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Coppia italiana abbandona figlia in Ucraina dopo maternità surrogata, Polizia e Croce Rossa la portano in Italia

I due genitori hanno affidato la piccola a una tata del posto dicendole che sarebbero ritornati ma non si sono fatti più sentire e la dona si è rivolta al consolato.
A cura di Antonio Palma
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Abbandonata a pochi mesi di vita dai genitori che l'avevano voluta così tanto da ricorrere a tecniche di maternità surrogata. È la terribile storia di una bambina di un anno lasciata in Ucraina da una coppia di genitori italiana che l'avevano affidata ad una baby-sitter reperita sul posto prima di sparire e far perdere le proprie tracce. Una storia però a lieto fine grazie all'intervento di polizia e croce rossa che, dopo un lungo iter, nelle scorse ore sono finalmente riusciti a riportarla in Italia. La piccola è atterrata nel nostro Paese ieri grazie agli uomini e alle donne del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione centrale della Polizia criminale, articolazione interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana.

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La vicenda della bimba nasce nell'agosto dello scorso anno quando la coppia di genitori italiani si era recata in Ucraina per il parto dopo essersi affidata a una nota clinica locale per avere un figlio con maternità surrogata. Dopo la fine della gravidanza e il parto, i due neo genitori avevano anche proceduto al riconoscimento della bambina ma, dopo qualche tempo, hanno deciso di non voler più prendersi cura della bimba. Per farlo hanno affidato la piccola a una tata del posto dicendole che sarebbero ritornati presto dall'Italia ma, dopo essersi imbarcati per il nostro Paese, non si sono fatti più sentire. La donna ha atteso qualche mese continuando ad occuparsi della bimba ma al compimento del primo anno di vita della minore, non avendo più notizie dai genitori e non ricevendo più nulla per il suo sostentamento, ha deciso di rivolgersi al consolato italiano per denunciare quanto accaduto.

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Il caso quindi è finito in mano ai magistrati della Procura minorile dove è residente la coppia, che è stata rintracciata e ha confermato la reale intenzione di non voler riprendere la figlia. Così è scattata la procedura di rimpatrio: è stato incaricato lo SCIP che, in stretto contatto con il Consolato italiano a Kiev, ha ottenuto i documenti necessari per il viaggio e organizzato il rientro. Alla missione ha preso parte anche il personale della Croce Rossa Italiana con un team operativo composto da una pediatra, Carolina Casini, che si è presa cura degli aspetti sanitari della piccola e da una Infermiera Volontaria, Halina Landesberg, che si è occupata dell’accudimento della bambina. “Le condizioni della bambina sono buone. Per fortuna, la tata che l'ha accudita fino a ieri l'ha amata molto e se ne è presa cura egregiamente. Come sempre la Croce Rossa protegge l'umanità e opera attivamente per garantire il diritto di adulti e minori ad essere protetti” ha dichiarato la dottoressa  volontaria della Croce Rossa Italiana.

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