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Coppia di inquilini violenta il padrone di casa 65enne a Cogne, il marito: “Ce lo aveva chiesto lui”

La coppia di inquilini di Caltanissetta avrebbe violentato il padrone di casa di 65 anni a Cogne. Torna a parlare il marito: “Ce lo aveva chiesto lui.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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"Mi pento, ma non si è mai trattato di violenza: ce lo ha chiesto lui, ci ha corteggiato". È tornato a parlare il cinquantasettenne accusato, insieme alla moglie che di anni ne aveva 64, di aver violentato il proprietario della casa in cui vivevano in affitto. I due, entrambi originari di Caltanissetta, sono arrivati a Cogne, in Val D'Aosta, nel giugno del 2023 e hanno preso in affitto una delle case del sessantacinquenne. "Poco dopo ha iniziato a corteggiarci, sia me che mia moglie – ha raccontato – Sapeva che in casa c'erano le videocamere".

Una versione diversa da quanto ricostruito dagli inquirenti secondo i quali, invece, il sessantacinquenne sarebbe stato costretto, in almeno una decina di episodi, a subire atti sessuali dalla coppia di coniugi.

L'arresto della coppia di Caltanissetta e l'addio alla moglie

I due sono stati arrestati nel marzo del 2023, quando la notizia è emersa nelle cronache nazionali. Nel frattempo, in attesa del processo, la donna è morta suicida in carcere. Lui, invece, è stato scarcerato con obbligo di dimora in Sicilia.

"Ora che lei è morta, la mia vita è finita – ha raccontato a la Repubbica l'uomo – L'ultima volta che ci siamo salutati era il 26 marzo, quando ci hanno portati in carcere. Ci scrivevamo tutti i giorni, fino all'ultimo. Ma non l'ho più vista".

L'arrivo da Caltanissetta a Cogne

Poi ha raccontato ciò che li aveva portati a Cogne. "Amavamo entrambi la montagna, abbiamo iniziato ad andare a Cogne nel 2019 – ha ricordato – Ma è un paese piccolino e trovare casa non è facile. Così ci siamo rivolti all'ente del turismo che, a sua volta, ci ha messo in contatto con il sessantacinquenne, che affittava degli appartamenti".

Così hanno iniziato a recarsi in Valle D'Aosta sempre più spesso, prima nel periodo di Natale, poi in pianta stabile: "Potevo lavorare in smart working, così ci siamo trasferiti".

La vita nell'appartamento del sessantacinquenne

I due sono entrati nell'appartamento nel giugno del 2023. Poi, una domenica, li avrebbe raggiunti il padrone di casa. "Mi ha chiamato dicendo che doveva passare da noi – ha raccontato ancora il cinquantasettenne – Aveva già iniziato a fare apprezzamenti sia a me che a mia moglie. Ma è stata quella domenica che è arrivata la sua proposta: Che ne dici se facciamo sesso? Perché io con mia moglie non ho più rapporti", ha spiegato.

Il primo rapporto è arrivato nel mese di luglio. Anche la moglie avrebbe preso parte alle violenze. Insieme, secondo i pm, avrebbero minacciato di raccontare tutto alla figlia e di diffondere in video. "Gli avevo detto che c'erano le telecamere, mi ha risposto che se ne fregava. Non è vero che abbiamo minacciato di diffondere i video", ha spiegato il cinquantasettenne. Eppure, in alcuni filmanti, si vedrebbe il sessantacinquenne implorare la coppia di smettere, dicendo di avere problemi di salute. In altri, addirittura, sarebbe persino svenuto.

Il "Bunga bunga" e la storia dell'"acido muriatico"

Nel corso delle violenze, come riportato dai filmati, i due avrebbe rivolto frasi aggressive al sessantacinquenne. Dai riferimenti al bunga bunga, con cui chiedevano al padrone di casa di farli divertire, alla richiesta della moglie al marito di fargli bere dell'acido muriatico. "Lo ha fatto perché aveva tentato di avere dei rapporti con lei, era molto arrabbiata – dice a riguardo – Era lui che ci cercava. Io mi sforzavo mentalmente di riuscire ad avere rapporti con lui per vendicare l’onore di mia moglie", aggiunge.

"Può essere complicato da capire, ma è così – conclude poi – Ci cercava lui. Invece veniva a casa, ci accompagnava a fare la spesa o a cambiare la bombola del gas. Mi cercava sessualmente e quando sapeva che c'erano le videocamere, mi rifiutava".

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