Coppia dell’acido, pm deposita ricorso per rendere adottabile il figlio di Martina Levato
Come riportato da Repubblica, il pm del tribunale dei minori di Milano, Annamaria Fiorillo, ha depositato un ricorso per richiedere l'adottabilità del figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher. La donna ha partorito nella notte di Ferragosto presso la clinica Mangiagalli ed è stata subito separata dal suo bambino. Ora che il ricorso è stato depositato, i giudici apriranno un fascicolo e fisseranno un'udienza. Fino a quando non verrà presa una decisione, la Levato non potrà vedere suo figlio.
Il pm Annamaria Fiorillo ha spiegato di aver disposto che il bambino venisse separato dalla madre per evitare di alimentare aspettative nelle persone coinvolte nella vicenda e per permettere ai giudici di "prendere le loro decisioni nell'assenza di condizionamenti derivanti da aspettative". Dopo il taglio del cordone ombelicale, la Levato ha potuto vedere per pochi secondi il suo bambino. I medici, infatti, lo hanno appoggiato sul suo seno. Subito dopo, però, il piccolo è stato portato via. Questo provvedimento è una prassi per il Tribunale ed è attuato per tutelare il minore, tuttavia ha generato il disappunto dei genitori della giovane. Il padre, Vincenzo Levato, ha dichiarato:
"È stata una barbarie vedere quel bambino portato via dalla madre. Nessuno poteva toccarlo, quasi fosse un appestato. Separare un bimbo dalla madre provoca un dolore mostruoso. Una guardia giurata donna (una di quelle che presidiano la stanza della Levato) ci ha visto e si è messa a piangere".
Il giorno in cui il piccolo è nato ha influito sul modo in cui è stata gestita la situazione. Il pm Fiorillo ha spiegato:
"Se fosse nato un giorno prima o due giorni dopo (con gli uffici giudiziari in funzione, ndr) tutto sarebbe stato meno gravoso, perché i giudici avrebbero potuto esaminare la situazione in modo tempestivo".
Inoltre, in quel caso se ne sarebbe potuto occupare il pm dei minori titolare del fascicolo e non quello di turno, che si è visto quindi costretto a ricorrere a provvedimenti "d'urgenza".