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Coop richiama biscotti per l’infanzia per possibile contaminazione da Piombo: i lotti interessati

Coop precauzionalmente ha già ritirato il prodotto dalla vendita e avvertito i consumatori che l’avessero acquistato a non utilizzarlo e restituirlo al punto vendita per il rimborso.
A cura di Antonio Palma
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La catena della grande distribuzione Coop ha annunciato l’immediato richiamo dagli scaffali dei propri supermercati di un lotto di biscotti per l'infanzia per un potenziale rischio chimico per i consumatori dovuto alla possibile contaminazione da Piombo nel prodotto. Oggetto del richiamo sono i biscotti per l’infanzia bio venduti a marchio “Crescendo”.

Nello specifico si parla di “Biscotti per l’infanzia al farro senza latte e senza uova biologici” destinati a bimbi dai dieci mesi in su. Il lotto interessato è quello con numero L4224. Si tratta di un alimento per la prima infanzia confezionato dalla ditta Quality food Group Spa nel proprio stabilimento di Martignacco, in provincia di Udine, esclusivamente per conto di Coop Italia SC che lo distribuisce nei propri punti vendita in confezioni da 170 grammi ciascuna.

Come segnala la stessa catena di supermercati, il richiamo è stato disposto in via precauzionale perché il prodotto “Potrebbe contenere un contaminante (Piombo) superiore ai limiti di legge”. Le confezioni di biscotti con il lotto interessato sono state già ritirate dal commercio ma per chi avesse già acquistato il prodotto l’invito è quello di non consumarlo e di riportarlo al punto vendita.

“Coop precauzionalmente ha già ritirato il prodotto dalla vendita. Invitiamo i Consumatori che l’avessero acquistato a non utilizzare il prodotto e restituirlo al punto vendita per il rimborso” fanno sapere infatti da Coop aggiungendo che per ulteriori informazioni è disponibile il numero verde 800.80.55.80. Il richiamo interessa solo alcuni punti vendita Coop.

Come fa sapere l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, il piombo è un contaminante ambientale che si trova sia in natura sia come risultato di attività umane quali l’estrazione mineraria e può entrare nella catena alimentare. Diversi studi evidenziano la neurotossicità dello sviluppo nei bambini piccoli. Per questo sono stati imposti a livello comunitario limiti massimi che negli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini è inferiore a 0.050mg/kg.

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