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Controllore multa passeggero senza biglietto, lui scende e lo picchia: “Tutti filmavano, nessuno ha aiutato”

Un controllore 57enne in servizio sugli autobus di linea del servizio urbano di Torino è stato picchiato da un passeggero che era appena stato sorpreso senza biglietto. L’uomo ha ricevuto una settimana di prognosi e il 40enne è stato denunciato. I presenti, secondo quanto ricostruito, non sarebbero intervenuti, filmando invece la scena con il cellulare.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Un controllore di 57 anni è stato aggredito su un bus a Torino da un passeggero senza biglietto. L'aggressione si è verificata nel pomeriggio di martedì 12 novembre dopo il recente accoltellamento del capotreno a Genova e le botte a un autista di Tep, il servizio di trasporto pubblico di Parma.

Secondo quanto ricostruito, il controllore era appena sceso dall'autobus torinese dopo aver multato il passeggero senza biglietto quando è stato raggiunto da pugni al costato e alla testa.

Trasportato in ospedale in ambulanza, se la caverà con una prognosi di una settimana. Il fatto risale al pomeriggio di martedì ma solo oggi è stata resa nota la notizia. Alla scena avrebbe assistito un collega del controllore che aveva sorpreso il passeggero senza titolo di viaggio. Sarebbe stato lui a dare l'allarme e a chiamare i soccorsi per le cure tempestive al 57enne.

Insieme ai sanitari che si sono occupati di dare alla vittima tutte le cure del caso, sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile che hanno bloccato e denunciato l'aggressore, un uomo di 40 anni ora accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Mentre il 57enne veniva trasportato in ospedale per l'assistenza del caso, le autorità hanno raccolto le testimonianze e sentito il racconto del collega che al momento dell'aggressione si trovava con lui.

Alcune persone, anziché aiutare il controllore e interrompere la brutale aggressione che si stava verificando sotto i loro occhi, hanno filmato il pestaggio con il cellulare. "Lavorare in queste condizioni diventa sempre più pericoloso – ha spiegato il 57enne, ora a casa con una settimana di prognosi, al quotidiano La Stampa -. Tutti i giorni si rischia davvero troppo. Il guaio è che la situazione peggiora di giorno in giorno. Quando uno va a lavorare con l'ansia e la paura che possa essere aggredito, picchiato o insultato, non è bello".

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