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Contrae il tetano a casa propria e muore. Da anni la sua abitazione era ridotta a discarica

Napoli, una donna muore di tetano dopo averlo contratto nella propria abitazione, ridotta da anni discarica di rifiuti e immondizie. Con lei abitava un figlio trentacinquenne con gravi problemi mentali. A fare la scoperta, una volontaria che ha fotografato le condizioni “raccapriccianti” della casa, infestata persino dai topi.
A cura di Angela Marino
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E morta a 69 anni di tetano, nel quartiere Vomero di Napoli, contraendo la malattia nella sua stessa abitazione. È successo in un quartiere della periferia borghese della città, lontano dal degrado e dalla sporcizia, dove una anziana viveva sola con suo figlio, un trentacinquenne con gravi disturbi mentali. La sua abitazione era ridotta a un letamaio, dopo anni di incuria e abbandono. La sessantanovenne era assistita di tanto in tanto solo da una volontaria: è stata lei a denunciare le condizioni di grave disagio e pericolosità in cui versava la casa, mostrando una foto dell'abitazione ai medici dell'ospedale Cotugno. L'appartamento era privo di acqua corrente, con il pavimento ricoperto di escrementi e rifiuti di ogni sorta ed era ormai infestato da ratti e altri animali. Inevitabile che la donna contraesse un'infezione in quelle condizioni igieniche, definite "raccapriccianti" dalla Polizia municipale.

Ritrovata sei mesi fa un'altra donna in un casa-lager

Non è l'unico caso in cui persone con disagi sociali e mentali vivono ignorate in abitazioni che diventano veri e propri e lager. Solo sei mesi fa, nello stesso quartiere, a Via Caldieri, una donna di 36 anni con gravi problemi mentali, è stata ritrovata in condizioni analoghe, dopo essere stata tenuta prigioniera per otto anni. La donna era stata segregata da sua madre, che le faceva visita una volta alla settimana solo per passarle – dalla porta di ingresso chiusa dall'esterno – i sacchetti con il cibo ed era tenuta senza elettricità e senza acqua corrente. Le immagini della disabile ridotta allo stato larvale che si aggirava nell'appartamento buio in mezzo a rifiuti ed escrementi, girate dalle forze dell'ordine che avevano fatto irruzione nella casa per liberarla, erano la chiara prova delle gravi lesioni inflitte dalla madre alla figlia disturbata, nel silenzio generale di vicini e familiari. Per la madre sono scattati gli arresti domiciliari, mentre il portiere e alcuni familiari sono stati accusati di favoreggiamento.

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