Continuano le ricerche del neonato scomparso a Folignano, la madre: Mi sembrava morto
La pista del bosco e quella della Svizzera: erano questi i principali filoni d'indagine attorno ai quali si era concentrata l'attività dei carabinieri nei giorni scorsi. Ma entrambe le versioni sulle sorti del piccolo Jason, scomparso a Folignano, fornite dalla madre del piccolo, Katia Reginella, e dal padre acquisito, Denny Prusciano, si sono rivelate prive di esiti: di Jason nessuna traccia.
Ieri la madre del piccolo è stata interrogata dal sostituto procuratore di Ascoli Carmine Pirazzoli, successivamente è stata condotta dai carabinieri a Piane di Morro, in quella che era la casa dove aveva abitato insieme al marito e al figlioletto fino a qualche giorno fa. Servendosi del Luminol i carabinieri hanno cercato insieme a lei tracce di sangue (non trovate) nel punto in cui la donna ha raccontato che il piccole le è caduto dalle mani. Successivamente, la donna è stata accompagnata nella boscaglia di Castel Trosino, dove ha detto di aver abbandonato il corpo; infine in un altro posto che non è dato sapere. Al termine dei sopralluoghi con i carabinieri, la donna è stata nuovamente sottoposta ad interrogatorio, che Pirazzoli ha prontamente secretato.
Una decisione questa che, da un lato, lascia ben sperare: si pensa che la scelta di secretare gli atti potrebbe essere legata al fatto che la donna abbia potuto lasciarsi andare a ulteriori rivelazioni. Si spera, insomma, che la donna abbia segnalato un altro luogo, dove indagare una volta che saranno concesse le autorizzazioni. Ad ogni modo, oggi trapela un'altra circostanza agghiacciante, emersa sempre nel corso di un interrogatorio: secondo il racconto di Katia il piccolo non era sicuramente morto ma le era sembrato in fin di vita.
Nonostante le diverse dichiarazioni, i genitori di Jason non sembrano essere attendibili. A tal proposito, attualmente le ricerche degli inquirenti si stanno concentrando sulle testimonianze rese dai vicini della coppia. In particolare c'è qualcuno che racconta di aver visto in vita il piccolo Jason in una data compatibile con il 5 luglio, e comunque sicuramente nei giorni successivi a quelli in cui Katia Reginella ha collocato la morte di suo figlio, ovverosia a fine giugno. Inoltre, nelle dichiarazioni dei parenti della donna, torna con insistenza la pista della Svizzera: la donna, prima di essere arrestata, ha riferito ai suoi parenti che era diretta lì, a casa del fratellastro del marito per vedere il bambino.