Continua la protesta degli agricoltori: previsti nuovi cortei e presidi da Nord a Sud
Non si ferma la protesta degli agricoltori che sta mobilitando ormai da giorni lavoratori del settore in diversi Paesi europei e in Italia, da Nord a Sud. La contestazione è stata organizzata per opporsi ai costi crescenti del carburante e alla politica ambientale del nuovo Green Deal, che, secondo quanto sostengono i manifestanti, penalizzerebbe il settore agricolo.
Dopo le manifestazioni tenutesi ieri in molti comuni, in Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna, anche oggi, mercoledì 31 gennaio, gli agricoltori scenderanno in strada per manifestare il loro dissenso. Da ieri nel porto di Cagliari, i pastori e gli agricoltori si sono riuniti per presidiare l'ingresso del molo dogana e bloccare lo sbarco dei camion.
La protesta dovrebbe durare cinque giorni, secondo quanto annunciano i promotori, e oggi si estenderà anche al porto di Oristano, giovedì toccherà invece a quello di Porto Torres. Una delegazione dei manifestanti sarà anche nei pressi delle sedi di Argea, l'Agenzia per la gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura, e Laore, l'Agenzia per l'attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale.
"Questa è un'iniziativa che nasce dal malcontento che c'è nelle campagne e dai disagi che viviamo tutti i giorni nelle nostre aziende agricole, a causa di una burocrazia che ci sta soffocando. Ci siamo coordinati con altre regioni d'Italia e abbiamo deciso di far partire tutti insieme queste proteste da oggi. Siamo produttori di cibo e non persone che inquinano. Siamo persone che tutti i giorni dedicano tante ore al lavoro nelle campagne e chiediamo dignità", ha spiegato Roberto Congia, tra i principali referenti del Movimento pastori sardi e Movimento riscatto agricolo, tra gli organizzatori della manifestazione.
Altro momento topico della giornata sarà il presidio organizzato a Verona, in occasione della inaugurazione di Fieragricola, la fiera di riferimento del settore. "Non ci sentiamo rappresentati dalle organizzazioni agricole, ci sono questioni che riguardano la politica europea ma molte vanno affrontate anche a livello nazionale, come il fatto che venga riconosciuto un costo di produzione, fermo dal 2019″, ha detto Giorgio Bissoli, portavoce del movimento di base che risponde allo slogan ‘Uniti si vince’.
"Sono sempre in contatto con tutti, ho incontrato tutte le organizzazioni agricole anche la delegazione che proveniva da Pescara degli agricoltori aggregatisi spontaneamente ed è finita con il sostegno pieno alle azioni del governo e con reciproci applausi a chi lavora", ha detto ieri il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, in vista della sua presenza alla fiera. Le azioni di protesta di questi giorni degli agricoltori "derivano da anni di scelte scellerate tra cui quello di diminuire la produzione a fronte di un consumo invariato che è un assurdo. L'Europa ha fatto scelte di questa natura – ha detto ancora il ministro – perché quando diminuiscono le produzioni ma non diminuisce il consumo devi andare a comprare da qualcun altro che non rispetta le tue norme, le tue regole, semplicemente. Quindi è una scelta che ho già definito folle e che ribadisco senza senso alla luce anche degli ultimi eventi".
Oggi, mercoledì 31 gennaio, anche a Cuneo è prevista una manifestazione di protesta con corteo di trattori: gli agricoltori che aderiranno hanno fissato il ritrovo alle ore 8 al Palazzetto dello Sport della città, dove sono attesi circa 250 mezzi. Due cortei previsti anche a Novara: uno partirà alle alle 8.30 dalla azienda agricola Magni di Vicolungo, l'altro dalla pesa pubblica di Vercelli. Entrambi avranno come destinazione finale lo Stadio Piola. "La nostra protesta – spiega Lisa Magni, organizzatrice per il Novarese della mobilitazione – coinvolge tutti, noi agricoltori ma anche i consumatori finali perché questa è una battaglia di tutti, non dobbiamo dimenticarlo mai".
Intanto, sembra che dall'Europa inizi a muoversi qualcosa. Dopo l'annuncio dell'adesione degli agricoltori spagnoli al movimento di protesta, un portavoce dell'esecutivo Ue ha fatto sapere che la Commissione europea dovrebbe presentare nella giornata di giovedì 1 febbraio una proposta per una nuova deroga alle norme rivolte agli agricoltori sulle quote minime di terreno da mantenere a riposo per avere accesso agli aiuti della Politica agricola comune (Pac).