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Conte chiude tutte le attività non essenziali ma Confindustria chiede di “ampliare” la lista

Ampliare e precisare le categorie escluse dal blocco. Garantire la possibilità di portare a termine gli ordini e le consegne già in atto. E lasciare aperte tutte le attività connesse a quelle essenziali o che se chiuse rischiano di fermarsi per sempre. Dopo la stretta decisa da Conte per arginare l’emergenza Coronavirus, il presidente di Confindustria Boccia scrive al premier per chiedere alcuni paletti che allarghino le maglie rispetto alla chiusura totale delle aziende non essenziali.
A cura di Marco Billeci
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Il provvedimento di chiusura delle aziende non essenziali annunciato dal presidente del Consiglio Conte non è ancora operativo. Lo sarà da domani, lunedì 23 marzo. Ma già Confindustria chiede al premier di allargare le maglie della stretta decisa dal governo per provare ad arginare l'emergenza Coronavirus. Lo fa tramite una lettera inviata a Conte da Vincenzo Boccia, presidente dell'associazione degli imprenditori.

Boccia parla di "senso di responsabilità da parte delle imprese nell'affrontare la decisione del governo", ma sottolinea come dai territori arrivino all'associazione in queste ore una serie di sollecitazioni di diverso tipo. Scrive allora il presidente di Confindustria: "Mi preme ribadire l'esigenza di ‘contemperare' la stretta decisa ieri con con alcune esigenze del mondo produttivo".

Segue un elenco di attività – al di là di quelle "essenziali" come le alimentari e le farmaceutiche – che secondo gli industriali dovrebbero rimanere aperte. Si tratta innanzitutto le aziende  "non incluse nella lista, ma funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali". Ci sono poi le industrie che non possono essere chiuse se non compromettendone la capacità produttiva futura.  Nella lettera si fa l'esempio degli impianti a ciclo continuo (vedi Ilva di Taranto) a rischio incidente. Per questo tipo di attività viene proposta una procedura semplificata di autorizzazione per assicurarne l'operatività

Ancora, Confindustria chiede di tenere aperte tutte le aziende di manutenzione "legate a cicli produttivi e non" così da garantire l'efficenza di macchinari e impianti delle imprese che saranno chiuse, in modo da poterli riattivare senza problemi al momento della riapertura. Per queste strutture – scrive Boccia – c'è anche la necessità di proseguire la vigilanza durante il periodo di blocco così da evitare furti o manomissioni.

Inoltre, Confindustria chiede per le attività e le strutture che saranno fermate la possibilità di avere i tempi tecnici "a concludere le lavorazioni in corso ricevere materiali e ordinativi già in viaggio verso i siti produttivi, consegnare quanto già prodotto e destinato ai clienti". Boccia chiede anche che venga emanato un decreto o un altro provvedimento che serva ad "ampliare e precisare" le categorie di industrie escluse dal blocco.

Da parte degli industriali arriva poi la domanda di credito e liquidità per le imprese che dovranno chiudere o rallentare la produzione "per evitare che questa situazione provochi conseguenze irreversibili e che gli imprenditori perdano la speranza nella futura prosecuzione dell'attività". In particolare, l'invito è a fare attenzione alle imprese che fanno parte di filiere internazionali e a quelle quotate in Borsa

La lettera integrale del presidente di Confindustria Boccia al premier Conte

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