Secondo la Corte di Assise di Bolzano Benno Neumair ha agito nella piena capacità di intendere e di volere sia per l’omicidio del padre sia per l’omicidio della madre. Escludendo quindi che i disturbi della personalità diagnosticatigli potessero aver influito sulla determinazione omicidiaria.
Ma non solo. I giudici nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo hanno ribadito il ruolo neutro della confessione, sopraggiunta quando il quadro probatorio a carico del giovane era ormai delineato. Ragione per la quale, poi, gli è stata negata la concessione delle circostanze attenuanti generiche.
Analizziamo nel dettaglio la personalità di Benno Neumair e i motivi per i quali il suo comportamento non è stato frutto del caso. Ma, al contrario, di un ben articolato piano criminale.
Non si può non concordare con le motivazioni dei giudici. Il duplice omicidio è stato sicuramente la conclusione di un progetto ben calcolato nei minimi dettagli. Benno è passato dall’uccidere i propri genitori a inviare con tranquillità palpabile i messaggi alla sorella Madè.
Messaggi nei quali spiegava di non sapere che fine avessero fatto. Un soggetto incapace di provare pentimento e quindi di chiedere scusa. Che ha agito in maniera subdola sentendosi in diritto di fare ciò che fatto.
Parlerei addirittura di premeditazione prolungata, in quanto chiaramente ha mantenuto un lucido contatto con la realtà prima durante e dopo il duplice omicidio.
Benno si è dimostrato sin dal primo momento come un soggetto egoriferito, capace di sperimentare montagne russe di sentimenti. Ma sempre contraddistinto da aridità e silenzio emotivo. Una personalità costruita e strutturata meramente sull’apparenza.
In questo senso, la duplice azione omicidiaria ha preso le mosse dal disturbo narcisistico e dal disturbo antisociale di personalità. Disturbi, questi ultimi, non in grado però di incidere sulla sua capacità di intendere e di volere. Ora ce lo dicono anche le motivazioni.
Per Benno, Peter e Laura rappresentavano degli ostacoli rispetto alle modalità con le quali aveva scelto di realizzarsi nella vita.
Non può negarsi come quella di Benno sia stata una vita sempre al limite. Denunciata anche su YouTube, quando sorrideva davanti alle telecamere e, contemporaneamente, si riprendeva mentre iniettava nel braccio gli steroidi invitando i suoi seguaci a tacere.
Nonostante la consapevolezza dell’illegalità della pratica, e dei rischi corsi immettendo in rete quel video, sceglieva di condividerlo perché l’unica cosa alla quale attribuiva valore era l’affermazione del proprio “io”.
Un “io” dilatato. Disposto ad anteporre qualsiasi cosa di fronte all’altare della perfezione fisica. E, anche in questo ambito, i suoi genitori erano un chiaro ostacolo.
L'atteggiamento di Benno è stato prontamente manipolatorio. Nell'immediatezza, infatti, aveva tentato seppur maldestramente di inscenare la scomparsa dei genitori. Chiaramente, con l'intento di depistare le indagini e allontanare così da sé un qualunque tipo di sospetto.
Nello specifico, aveva incanalato l'attività degli investigatori su quelli che erano i sentieri di montagna abitualmente praticati da Laura e Peter. I coniugi Neumair erano soliti trascorrere il loro tempo passeggiando all'aperto. Per questo, il figlio aveva suggerito di cercarli sul Corno del Renon.
Aveva calcolato tutto. Persino la necessità di crearsi un alibi per il quale aveva fatto presa sulle emozioni di Martina e Jasmine, le donne che in quel momento storico gravitavano nella sua vita.
Ad analoga conclusione si giunge per quel che attiene la confessione. Anche in quella sede Benno Neumair ha cercato di trarne il massimo vantaggio. Sapeva che la sua posizione era già più che circostanziata dalla Procura.
Per questo ha inscenato un crollo emotivo alla notizia del ritrovamento del cadavere della madre. Decisamente, un individuo senza scrupoli e concentrato su se stesso.
Del resto, già in passato, il giovane aveva largamente dimostrato non solo la sua pericolosità. Ma anche l'intrinseca predisposizione a mentire e a manipolare il prossimo. Quando si trovava in Germania, si era inventato un'aggressione per fare breccia sulla fidanzata.
Arrivando addirittura a rubare a quest'ultima la carta di credito per rendere credibile il prospettato scenario dell’aggressione. Non soltanto. Era arrivato a tagliarsi allo scopo di utilizzare il suo stesso sangue per sporcarsi il volto. L’intento diabolico era quello di simulare una colluttazione a tutti gli effetti.
Gli stessi genitori avevano confidato a parenti e amici di chiudersi in camera la notte. Durante le indagini erano addirittura emersi messaggi scambiati con la figlia Madé, nei quali Peter e Laura si raccomandavano di non litigare con Benno quando erano soli in casa.
Il movente che ha portato un giovane ragazzo di trent'anni a macchiarsi il più terribile dei crimini è stato sicuramente di matrice economica. Un benessere economico ottenuto senza troppi sacrifici che è stato capace di alimentare il conflitto con Laura e Peter al punto da fargli credere che l'unico mezzo per raggiungerlo fosse l'eliminazione fisica di entrambi.