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Coniugi mummificati nella loro villa a Verona, la loro eredità ad associazioni benefiche: “Nulla ai parenti”

Hanno deciso di lasciare la loro eredità al “terzo settore”, ossia alle associazioni benefiche che si occupano di migranti, di animali e dell’assistenza ai senzatetto. Teresa Nizzola e Marco Steffenoni, trovati morti da mesi a Verona, avevano escluso il mondo esterno dal 2020 e poi avevano deciso di continuare a vivere con la sola compagnia l’uno dell’altra.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Erano morti già ad ottobre Teresa Nizzola e Marco Steffenoni, i due anziani coniugi trovati mummificati il 15 marzo scorso. L'uomo è morto d'infarto, lei potrebbe essersi tolta la vita aprendo i rubinetti del gas. La coppia avrebbe lasciato un testamento nel quale chiede che il suo patrimonio (ingente) sia donato al terzo settore.

I due vivevano in una zona residenziale esclusiva a Parona, frazione di Verona, in piena Valpolicella, ma la loro casa risultava ormai abbandonata. Nessuno sapeva che all'interno della villa vi erano due cadaveri ed è stato necessario l'intervento di tre giovani appassionati di urbex per recuperare i due corpi senza vita. Chi si occupa del caso ha escluso la responsabilità di terzi fin dai primi istanti: l'ipotesi più accreditata era inizialmente quella del malore per entrambi i coniugi, ma poi è emerso un quadro molto più triste. Steffenoni infatti sarebbe morto per per primo a causa dell'infarto e poi la moglie si sarebbe tolta la vita.

I due avevano deciso di donare il loro patrimonio alle Ong che assistono i migranti e alle associazioni che combattono le sperimentazioni sugli animali. Poco e nulla dell'ingente patrimonio è stato invece destinato al fratello di Steffenoni che al quotidiano L'Arena aveva descritto la vita riservata dei due coniugi. "Avevano deciso di bastarsi" aveva ricordato il fratello del 75enne, che aveva deciso di "tagliare fuori" il mondo esterno dal 2020 con l'arrivo della pandemia di Covid-19. E così, rimasti senza amici, l'ex dentista noto a Verona e la moglie militante in enti benefici sono morti senza destare l'allarme neppure dei vicini.

Il 75enne era malato da tempo, come hanno confidato i preti di Verona a coloro che hanno dato il via alle indagini sul caso. Aveva voluto fare testamento d'accordo con la moglie e insieme avevano scelto di lasciare il loro denaro a diverse associazioni benefiche.

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