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Coniugi fatti a pezzi e messi nelle valigie, Elona resta in carcere: “Può uccidere ancora”

Il giudice per le indagini ha convalidato il fermo di Elona Kalesha e disposto la custodia cautelare in carcere dopo l’interrogatorio di garanzia ravvisando per lei il pericolo di fuga ma soprattutto la possibilità che commetta ulteriori delitti dopo il duplice omicidio dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho i genitori del suo ex compagno. Per il Gip è “pericolosa, ha complici ed è inserita in un circuito delinquenziale con relazioni strette con persone con un notevole calibro criminale”.
A cura di Antonio Palma
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Resta in carcere Elona Kalesha, la 36enne accusata del duplice omicidio dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho i genitori del suo ex compagno scomparsi nel nulla cinque anni fa e ritrovati cadavere, fatti a pezzi e messi in quattro valige che recentemente sono state rinvenute in un campo vicino al carcere di Sollicciano, a Firenze. Il giudice per le indagini preliminari Angelo Antonio Pezzuti infatti ha convalidato il fermo della giovane donna e disposto la custodia cautelare in carcere dopo l'interrogatorio di garanzia ravvisando per lei il pericolo di fuga ma soprattutto la possibilità che commetta ulteriori reati e delitti. A pesare sulla decisione gli elementi probatori raccolti alla Procura fiorentina ma anche i numerosi precedenti penali della donna.

Elona inserita in un circuito delinquenziale

Secondo il gip, infatti, Elona può uccidere ancora perché è "pericolosa, ha complici ed è inserita in un circuito delinquenziale". Lo stesso ambiente criminale in cui sarebbe maturato il terribile delitto della coppia e nel quale si muoverebbero, ancora liberi, i suoi complici. È di poche ore fa infatti la notizia che la Procura del capoluogo toscano ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio e occultamento di cadavere altre due persone con l'ipotesi e che abbiano agito in concorso con la 36enne per uccidere Shpetim e Teuta Pasho e occultarne poi i cadaveri smembrandoli.

Per il delitto dei coniugi Elona aveva dei complici

"Dalla pericolosità di Elona Kalesha emerge l'esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati della stessa specie di quello per il quale si procede" scrive il gip Pezzuti nella sua ordinanza, aggiungendo che la 36enne "appare stabilmente inserita in un circuito criminale, ha relazioni strette con persone con un notevole calibro delinquenziale e presumibilmente si è avvalsa dell'operato di complici: può pertanto ritenersi che, in termini di certezza o di alta probabilità, Elona Kalesha, qualora non limitata nella sua libertà, non solo torni a delinquere qualora se ne presenti l'occasione, ma che alla medesima si presenti effettivamente un'occasione per compiere ulteriori delitti".

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L'efferato delitto e l'occultamento dei cadaveri nelle valigie

Ricostruendo il suo curriculum criminale, il provvedimento del Gip ricorda che Elona Kalesha ha alle spalle ben sette condanne, tra resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, truffe, furto. Ad essere evidenziati però sono soprattutto i suoi rapporti  con complici di forte spessore criminale e soprattutto l'efferatezza del delitto. Viene ricostruito l'assassinio di Shpetim Pasho, ucciso con una coltellata alla cervice con una lama di 7-8 centimetri e l'omicidio per asfissia, dopo lesioni dovute forse a un pestaggio, della moglie Tauta. Infine sono riportate le testimonianze dei condomini che nel 2015 videro armeggiare lei con le valigie trolley da cui proveniva una forte puzza e dalle quali colava sul pavimento sangue.

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