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Condannato per aver ucciso il padre violento, Alex Cotoia: “Usavo il fondotinta per nascondere i lividi”

In un’intervista rilasciata a Luca Casadei, Alex Pompa (oggi Cotoia, dopo aver preso il nome della madre Maria) ha raccontato gli anni di violenze e percosse subìte dal padre violento, ucciso a coltellate nel 2020. “A 10 anni ho capito che la nostra famiglia non era normale, usavo il fondotinta della mamma per coprire i lividi”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris
Alex insieme alla madre Maria e al fratello Loris

Il 23enne che uccise il padre violento nel tentativo di difendere la madre è stato condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio. Alex Cotoia, uccise il padre Giuseppe Pompa a coltellate, per difendere la madre, Maria Cotoia. Oggi il giovane ha preso il nome della madre insieme al fratello Loris, per sottolineare di essere altro da quel padre che aveva iniziato a picchiare i figli già da piccolissimi. In un'intervista rilasciata a Luca Casadei nella puntata di One More Time, sull'app OnePodcast, Alex ha raccontato la sua esperienza. "La prima volta che mio padre mi picchiò avevo sei anni. Avevo fatto cadere una cosa per terra e mi ha tirato un calcio così violento che sento il dolore ancora desso se ci penso. A 10 anni ho iniziato a capire che nella nostra famiglia c'era qualcosa di diverso, che insulti, minacce e botte non erano cose normali".

"In pubblico era molto equilibrato – ha spiegato ancora Alex – voleva apparire come una persona a modo. In casa era un'altra persona: usava le mani, cinghie e spesso anche coltelli". Nell'intervista rilasciata a Luca Casadei prima di essere condannato in secondo grado a 6 anni e 2 mesi di reclusione per l'omicidio di Giuseppe Pompa, Alex ha confessato di aver raccontato spesso bugie agli amici per non far sapere loro cosa accadeva a casa. "Con gli amici inventavo scuse, mettevo il fondotinta di mamma sul viso per mascherare i segni della violenza. Questa cosa ha condizionato moltissimo il rapporto con gli altri, perché avevo paura di relazionarmi e che gli altri scoprissero cosa stavo vivendo a casa".

"Non volevo essere Alex quello che ha problemi a casa, ma Alex che ha delle passioni" ha poi concluso il 23enne. Il giovane era stato assolto in primo grado per legittima difesa. "Alex non è un assassino, assolutamente – ha spiegato la mamma, Maria Cotoia, una volta uscita dal Tribunale -. Senza il suo intervento, io sarei stata l'ennesima donna uccisa. Io non sarei qua, importa a qualcuno? Mio figlio quella sera mi ha salvato la vita".

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