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Condannato due volte in tribunale: ma è morto da 2 anni

Continua l’incredibile processo al morto: Bernardino Budroni ucciso nel luglio del 2011 nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia sul Grande raccordo anulare di Roma.
A cura di B. C.
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 Bernardino Budroni dovrà pagare una multa di 150 euro per la detenzione abusiva di una carabina in casa. E' la seconda condanna nei suoi confronti: già nel 2012 l'uomo era stato sanzionato per il possesso del fucile. Però Budroni è morto. Lo era già in occasione della prima ammenda.  L’uomo, 40 anni, fu infatti ucciso nel 2011 da un poliziotto mentre dopo aver tentato di sfondare a picconate il portone di casa della ex fidanzata durante un inseguimento sul Grande Raccordo Anulare a Roma. La sua storia è riportata su Il Messaggero:

Budroni era stato condannato davanti a una sezione monocratica del tribunale a due anni e quattro mesi di reclusione perché nel 2010 in uno scatto di rabbia si era appropriato della borsa di un’altra fidanzata e quando i carabinieri andarono a casa per recuperarla trovarono anche una balestra appesa a una parete e il fucile a piombini. E se la condanna dei giorni scorsi a Tivoli sempre per quella carabina è arrivata per decreto penale, quella di Roma era stato disposta dopo un processo di rigore con tanto di testimoni pronti a giurare, la requisitoria del pm, l’arringa dell’avvocato (d’ufficio) e il giudice che si è riservato di formulare la sua sentenza. Infine, a dispetto della morte dell’imputato, due anni dopo era arrivata anche la denuncia per lo strappo della borsetta. Budroni fu accusato di rapina e detenzione delle armi in casa e il processo si era svolto in ‘contumacia' ”.

Il caso di Bernardino Budroni è commentato da Fabio Anselmi, avvocato di famiglia e già legale dei Cucchi:

Per la morte di Dino Budroni è sotto processo un agente accusato di omicidio colposo. Noi non escludiamo il volontario. Quando è partito il colpo la Focus di Budroni era quasi ferma. Ci dispiace che in una giustizia immersa da un oceano di arretrati si disperdano le energie per processare i morti. La morte estingue il reato".

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