Condannato all’ergastolo Giampaolo Amato: l’ex medico uccise moglie e suocera con un mix di farmaci
Dopo sei ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise di Bologna ha condannato all'ergastolo Giampaolo Amato, colpevole di aver ucciso la moglie, Isabella Linsalata, 62 anni, e la suocera, Giulia Tateo, 85.
La sentenza per il 65enne, oculista stimato ed ex medico molto conosciuto in città, è arrivata al termine di un processo iniziato sette mesi fa, durante i quali in aula sono sfilate decine e decine di testimoni. Amato ha sempre sostenuto la sua innocenza, lo ha fatto anche questa mattina.
"Sono innocente, non ho mai commesso reati, da 40 anni sono rispettoso del giuramento di Ippocrate. Sono stato descritto come un mostro, come un mentitore seriale, come un violento, come uno che ha sovrastima di se stesso. Cioè, esattamente il contrario di come sono e di quello che ho dimostrato in tutta la mia vita. Confido di essere restituito ai miei cari, alla mia vita e al mio lavoro, che adoro", aveva detto prima che i giudici si ritirassero.
Le due donne uccise con un mix di farmaci
Secondo la Corte, presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari, tra il 30 e il 31 ottobre l'uomo avrebbe avvelenato prima la moglie e poi la suocera. Delitti "quasi perfetti", ha sostenuto una delle parti civili, commessi con un mix di Sevoflurano, un anestetico e Midazolam, ovvero benzodiazepine. Le autopsie avevano rivelato i farmaci presenti in entrambi i corpi delle vittime.
Determinante è stato il ruolo della sorella di Isabella, Anna Maria, che per tre anni ha conservato una bottiglia, dove c'erano ancora tracce delle stesse benzodiazepine trovate poi nel corpo della vittima. E anche quello delle due amiche più strette della 62enne, a cui Isabella aveva raccontato il sospetto che il marito le stesse somministrando sostanze tossiche.
Il movente del duplice omicidio
Dall'analisi dei dispositivi elettronici del medico, con cui faceva ricerche sugli effetti delle due sostanze, al tracciamento dei dati di telefonino e smartphone che lo localizzava nella casa della suocera la notte in cui morì, hanno portato alla sua condanna di Amato.
Secondo l'accusa, il 65enne avrebbe ucciso le due donne per continuare la relazione extraconiugale che Amato portava avanti da anni ed entrare in possesso delle proprietà della moglie. Amato è stato invece assolto dall'accusa di peculato per il possesso dei farmaci.