Concordia, si procede al recupero del carburante: la nave rischia di affondare
Si procede a pieno regime per tentare di svuotare la nave da crociera Costa Concordia, naufragata al largo dell‘isola del Giglio lo scorso 12 gennaio provocando la morte di 17 persone, dalle migliaia di tonnellate di carburante ancora a bordo. Imperterrito e continuativo è infatti il lavoro dei tecnici dello Smit Salvage. Tuttavia, la stabilità del relitto aggrappato alla secca della Gabbianara, appare ormai compromessa dal fatto che la nave starebbe collassando sotto il suo stesso peso. La situazione sarebbe resa ancor più grave da un sopralluogo compiuto da tecnici e scienziati nella giornata di sabato e che hanno messo in luce il fatto che la nave, dal peso di ben 140 mila tonnellate, poggerebbe a poppa e a prua su due soli pezzi di roccia, dunque letteralmente a rischio di caduta a picco. "Sono segnali inequivocabili di un collasso delle strutture, le deformazioni dello scafo sono dovute non alle mareggiate e al maltempo, ma alle forze gravitazionali cui è sottoposta la nave in quella posizione innaturale"ha commentato uno degli ingegneri navali al lavoro sull'isola, specificando che nella parte a poppa che poggia sullo scoglio si sarebbe aperta una crepa.
Il modificato assetto della nave sarebbe visibile anche ad occhio nudo. Guardando infatti il varco nella plancia riservata agli ufficiali, aperto dai sommozzatori con le microcariche esplosive, si nota che mentre il 30 gennaio quello stesso arco era al di sopra dell'acqua, sabato scorso risultava invece completamente sommerso. Tuttavia, la struttura coordinata dal Commissario per l’emergenza Franco Gabrielli, con una nota, ha affermato che il monitoraggio condotto dal Dipartimento di scienze della terra dell’Università di Firenze "non segnala anomalie". In base a tutto ciò, risulta difficile stabilire con sicurezza se e quando la nave affonderà. Oltre al carburante, comunque, i rischi maggiori derivano anche dai "rifiuti flottanti" che oggi sono stati al centro di una riunione del comitato tecnico scientifico incaricato di occuparsi dell'emegenza ambientale causata dal naufragio della Concordia. "Bisogna fare in fretta, anche perché fra tre mesi quel relitto che oggi vediamo ancora verniciato di bianco e blu sarà una montagna di ruggine; ed entrarci sarà sempre più pericoloso", hanno dichiarato gli esperti delle bonifiche marittime.