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Concordia, si avvicina il verdetto per Schettino. Difesa chiede assoluzione

Battute finali a Grosseto per il processo di primo grado a Francesco Schettino, imputato per il naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio. Oggi si conclude la discussione della difesa.
A cura di Susanna Picone
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Si apre oggi la settimana che porterà al verdetto per Francesco Schettino, l’ex comandante della nave Costa Concordia e unico imputato nel processo in corso al teatro Moderno di Grosseto per il naufragio del 13 gennaio 2012 davanti all’Isola del Giglio. In aula per l’udienza numero 69 c’è, nonostante la febbre, anche l’imputato. Oggi conclude la difesa del comandante, poi ci saranno le repliche delle parti civili e alla fine è possibile che Schettino faccia delle dichiarazioni spontanee appena prima che i giudici si ritirino in camera di consiglio. Il verdetto potrebbe arrivare fra mercoledì e venerdì. Sono stati chiesti 26 anni di reclusione e l'arresto immediato per pericolo di fuga per Schettino, che è accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima.

Ore 17-15 – La difesa ha chiesto l'assoluzione di Schettino per le accuse di omicidio plurimo colposo e abbandono nave: “Non c'è nesso causale con i 32 passeggeri morti”, ha detto l’avvocato Domenico Pepe in aula a Grosseto. Sono stati “fatti imprevisti, eccezionali, umanamente non prevedibili”, un “maledetto incidente in mare”. Il legale dell’ex comandante della Costa Concordia ha chiesto di “contenere la pena nei minimi edittali” e alle attenuanti generiche. Nella “vostra sentenza siate in grado di ridare a questo Paese e alla marineria italiana un'immagine che troppo velocemente hanno voluto offuscare. Siate obiettivi”, ha continuato il legale di Schettino. E ancora: “Nella sentenza cercate di restituire a questo Paese l'immagine di persone perbene, agli uomini di mare che hanno faticato per raggiungere obiettivi. Mi sono stancato di vedere attacchi a questa Nazione. Non siamo cattivi, brutti, disonesti”. La sentenza del processo  – ha detto l’avvocato all’Adnkronos – è attesa per mercoledì. In merito al pm che ha definito Schettino “idiota”, l’avvocato ha chiarito: “È una cosa che non era proprio opportuno fare, che non si fa neanche nei confronti dei delinquenti più perversi, figuriamoci di un uomo accusato di omicidio colposo, di un uomo incensurato”. “Schettino è stato trattato in maniera eccessivamente violenta – ha aggiunto il suo difensore – da parte di tutti, del pm, della stampa, dei network. Questo è stato un atteggiamento incomprensibile”.

“L'equipaggio della Costa Concordia faceva pena”

Questa mattina l’avvocato Domenico Pepe prima di proseguire l'arringa della difesa dopo le udienze di giovedì e venerdì scorso ha consegnato ai giudici un certificato medico. Schettino, che è anche stato visitato dalla guardia medica di Grosseto, ha acconsentito alla prosecuzione del processo e ha preso posto accanto ai suoi legali dove opera sui computer. Secondo l'avvocato difensore non c’è stato alcun ritardo nel dare l'ordine di abbandono della nave. “Il comandante Schettino ha avuto 45 minuti, in mezzo a tante avversità, per decidere della vita di oltre 4.000 persone, per salvare loro la vita – ha spiegato il legale – Se avesse dato subito l'abbandono nave sarebbero morte 4.000 persone”. Il disastro, secondo la difesa di Schettino, sarebbe in parte da imputare alle scarse capacità del resto dell'equipaggio della Concordia. “Schettino decise tutto da solo. Non aveva un comandante in seconda, i suoi ufficiali lo lasciarono solo e se ne andarono. L'equipaggio faceva pena sotto il profilo delle capacità professionali. Fu Schettino – ha continuato il legale – a consolare il cartografo che tremava, dicendogli di stare tranquillo perché la nave stava andando a fermarsi contro gli scogli. Gli altri se ne erano andati, c'è chi non rispettò i compiti assegnati in emergenza dal ruolo di appello”.

“Pressione mediatica contro Schettino”

L’avvocato ha descritto Schettino come “una persona perbene”, che “lavora in mare da quando aveva 14 anni” e quando il pm Pizza lo definì “idiota, lo offese”. Inoltre la difesa ha accusato dicendo che l’imputato ha subito una pressione mediatica contro. Ci sono state “frasi da gossip su questa vicenda, sui giornali, ma anche da parte dei pm” nella loro requisitoria: “Un gossip schifoso sulla moldava Domnica Cemortan. Si potrebbe capire se il comandante Schettino fosse stato abbracciato a lei quando c'è stato l'urto. Invece la moldava era fuori dalla porta”, ha detto l’avvocato nella sua arringa.

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