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Concordia: Schettino non ha assunto cocaina, ma ci sono tracce di polvere sui capelli

Il comandante Francesco Schettino non ha assunto cocaina. E’ quanto spiega la perizia tossicologica sul capitano a timone della Costa Concordia, ma il Codacons avanza dubbi sui risultati, anche alla luce di un dettaglio non trascurabile: tracce di cocaina sono state ritrovate sui capelli dell’uomo.
A cura di Carmine Della Pia
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Naufragio Costa Concordia

Secondo i dati forniti dalla perizia tossicologica su capelli e urine di Francesco Schettino, questi non avrebbe assunto sostanze stupefacenti. Gli esami assolverebbero il capitano, a timone della Costa Concordia nel giorno del tragico naufragio, ma sui capelli è stata rilevata una piccola quantità di “polvere”. Secondo fonti investigative, questa presenza, quasi impercettibile, verrebbe attribuita al possibile sfioramento dei capelli da parte di qualcuno che aveva maneggiato cocaina. Dagli esami non risulta, comunque, consumo di droghe, e la Procura di Grosseto non ha ancora ricevuto la relazione formale da parte dell’Università Cattolica di Roma. Il Codacons, intanto, avanza dei dubbi. In particolare, il consulente di parte nominato, professor Settimio Grimaldi, ritiene inattendibili i risultati della perizia. I reperti, urina e capelli, sarebbero stati conservati in cattivo stato, per cui si propone una nuova verifica, in modo da fugare ogni dubbio.

La perizia tossicologica di Francesco Schettino – Prosegue, pertanto, il giallo su cosa sia potuto accadere sulla plancia di comando la sera del 13 gennaio, quando la nave da crociera Costa Concordia si scontrava contro uno scoglio al largo dell’Isola del Giglio. “I risultati delle analisi sui capelli del comandante hanno evidenziato la presenza di cocaina sui capelli e nell'involucro che li conteneva, ma totale assenza di metaboliti della cocaina nei capelli dello stesso Schettino”, si legge in una nota del Codacons. Il perito Grimaldi propone “nuove e approfondite indagini per capire da dove provenga la cocaina rinvenuta sui capelli di Schettino”, e chiede alla Procura “un altro prelievo di urine di Schettino al fine di effettuare una verifica del Dna e confrontarlo con quello precedentemente prelevato e oggetto di indagine, così da fugare ogni dubbio circa la provenienza del campione analizzato”. I legali di Francesco Schettino attaccano, a loro volta, il perito del Codacons: “I risultati dei test svolti hanno dato esito negativo, sia quelli tossicologici che quelli alcolemici. Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione, il Codacons dovrà giustificare le dichiarazioni rese, non sappiamo dove le hanno prese”.

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