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Concordia, naufraghi francesi denunciano: “Rubati dal relitto i nostri beni di valore”

La denuncia arriva da un collettivo che rappresenta 390 dei 450 naufraghi francesi della nave da crociera, secondo cui le cassaforti e il loro contenuto sarebbero “misteriosamente spartiti”. Dal canto suo, la Costa Crociere ha respinto ogni responsabilità.
A cura di C. T.
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Costa Concordia, le operazioni di rotazione

Gioelli, soldi, apparecchi elettronici e beni di valore lasciati frettolosamente dai passeggeri della Costa Concordia la sera del naufragio del 13 gennaio 2012 sarebbero spariti: nessuna traccia di loro tra gli oggetti ritrovati e restitituiti dopo lo smantellamento della nava, a quattro anni dalla tragedia. La denuncia arriva da un collettivo che rappresenta 390 dei 450 naufraghi francesi della nave da crociera, secondo cui le cassaforti e il loro contenuto sarebbero "misteriosamente spartiti".

Gli oggetti che mancano all'appello, secondo i passeggeri d'oltralpe, sarebbero stati rubati da qualcuno proprio durante le operazioni di recupero e smantellamento della nave. In passato erano già state denunciate intrusioni non autorizzate a bordo del relitto. Secondo Anne Decré, la responsabile del collettivo, che ha denunciato l'accaduto con un'itervista su Le Parisien dal titolo ‘Saccheggi a bordo della Concordia', "nelle cabine sul ponte superiore stranamente sono sparite tutte le casseforti". Molti passeggeri francesi hanno accettato un risarcimento danni per la perdita di oggetti, un valore forfettario offerto dalla compagnia di circa undicimila euro. Una somma, ha spiegato Decré, che "prevedeva però la restituzione dei beni presenti nella cassaforte". Il collettivo ha anche denunciato una certa confusione nell'invio dei beni, con errori di destinatari, e il mancato ritrovamento delle valigie dei passeggeri -che comparivano nelle immagini all'interno del relitto. Decré ha poi sottolineato che, al di là del valore economico, quei beni hanno un valore affettivo: tra gli oggetti smarriti, ad esempio, ci sarebbero degli anelli appartenuti a una nonna di una passeggera, che sarebbero stati visti nelle fotografia degli oggetti ritrovati; un altro naufrago ha raccontato di aver riavuto la macchina fotografica, ma non la collana di perle e gli orecchini di brillanti lasciati in cabina.  "L'incompetenza di Costa è pari a quella del suo comandante", ha denunciato il collettivo francese, che chiede un nuovo risarcimento pari ai beni scomparsi.

Dal canto suo, la Costa Crociere ha respinto ogni responsabilità. Secondo la compagnia, nei due anni in cui la nave è rimasta all'isola del Giglio si trovava sotto sequestro giudiziario, ed è poi stata venduta a un consorzio per lo smantellamento. Per di più, come si legge in un comunicato, "tutte le operazioni di recupero dei portavalori sulla nave sono state effettuate dalla Guardia costiera italiana, sotto la vigilanza del tribunale di Grosseto", le strutture del ponte 6 "sono state disperse in mare, comprese le casseforti" e una società è stata incaricata di ritrovarle, ma finora "solo qualcuna è stata recuperata".

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