Conclave, oggi nuova congregazione dei cardinali per decidere la data di inizio: “C’è atmosfera amabile”

Il Conclave per l'elezione del successore di Papa Francesco è sempre più vicino. Nella mattinata di oggi, lunedì 28 aprile, alle 9 i cardinali si rivedranno per una nuova congregazione generale in Vaticano.
Gli incontri avvenuti nei giorni scorsi sono stati incentrati prevalentemente sull'organizzazione dei riti per la morte di Bergoglio, ora invece si dovrebbe iniziare a entrare nel vivo delle discussioni sulla votazione. Primo nodo da sciogliere il giorno in cui avrà inizio.
Secondo le regole bisogna procedere obbligatoriamente entro 20 giorni dalla morte del Pontefice. L'elezione del nuovo Santo Padre dovrà quindi tenersi tra il 5 e il 10 maggio. La sensazione è che già oggi potrebbe essere definito il giorno esatto in cui i porporati entreranno nella Cappella Sistina.
Sulla durata, invece, c'è ovviamente incertezza assoluta perché non ci sono regole in tal senso. L'unico dato oggettivo è che in Conclave entreranno 135 cardinali elettori e il quorum da raggiungere, attualmente, è quello di quota 90 che potrebbe abbassarsi in caso di defezioni.
Infine, bisognerà tenere conto del caso Becciu. Il cardinale sardo è determinato a prendere parte all'elezione ed è convinto di poter rientrare nei giochi. Una convinzione che, però, a quanto filtra sarebbe solo sua.
Intanto, prima di tornare alle trattative, domenica pomeriggio i cardinali si sono recati sulla tomba di Francesco in Santa Maria Maggiore. Nel primo giorno di apertura delle visite sono giunte oltre 30mila persone.
Il Conclave sarà breve o lungo? "Non lo so, dipenderà. C'è una atmosfera eccellente e amabile", ha risposto il cardinale Sean Brady, arcivescovo emerito irlandese, arrivando a Santa Maria Maggiore per l'omaggio alla tomba di Bergoglio che l'arcivescovo ricorda "con grande gioia, felicità e gratitudine".
Un Conclave che raccoglie cardinali di diverse culture e provenienze sarà un problema? "No, è una ricchezza, rappresenta bene tutta la Chiesa che è ricca, ha tante sfaccettature e anche il collegio cardinalizio deve essere universale. Nella chiesa non c'è colore", si è detto convinto il cardinale Jean Zerbo, arcivescovo del Mali.