Concetta Marruocco, il marito resta in carcere: “Avevo segnalato che il braccialetto non funzionava”
Il suo braccialetto elettronico non avrebbe funzionato, cosa che avrebbe denunciato a chi di dovere, e non era neanche la prima volta. È quanto ha spiegato nel corso dell'udienza di convalida del fermo al giudice per le indagini preliminari di Ancona Franco Panariello, l'uomo che nella notte tra venerdì e sabato scorso ha ucciso a coltellate la moglie, Concetta Marruocco, infermiera 53enne, a Cerreto d'Esi.
L'accusa per Panariello, che aveva anche il divieto di avvicinarsi alla ex e il braccialetto elettronico, è di omicidio volontario aggravato anche dalla premeditazione e, stando a quanto disposto oggi dal Gip, Sonia Piermartini, resterà nel carcere di Montacuto.
"Il mio assistito – ha spiegato all'Adnkronos l'avvocato Ruggero Benvenuto – ha risposto alle domande del giudice confermando sostanzialmente la ricostruzione fatta al momento del fermo". Panariello, fermato dopo il delitto dai carabinieri, aveva ricostruito agli inquirenti di essere andato a casa della ex moglie utilizzando una copia delle chiavi alla ricerca di un ‘chiarimento‘. Poi dopo una lite, l'ha colpita a morte con diverse coltellate mentre la figlia 16enne si trovava in un'altra stanza.
Durante l'atto istruttorio davanti al giudice, Panariello avrebbe detto di non aver manomesso il braccialetto elettronico e che in passato aveva segnalato alcuni malfunzionamenti del dispositivo. In un caso era intervenuto anche un tecnico per controllare, mentre in altre due occasioni il braccialetto avrebbe suonato impropriamente, quando non ce se sarebbe stato bisogno.
La procura di Ancona, rappresentata dal sostituto procuratore Paolo Gubinelli, sta valutando anche due ulteriori aggravanti legate a maltrattamenti in famiglia e all'avere commesso il delitto di fronte alla figlia minorenne. Si procede invece separatamente per porto di arma atta ad offendere (il coltello usato per colpire Concetta). Intanto, in corso in queste ore è anche l'autopsia sul corpo della donna, affidata dalla Procura al medico legale Francesco Busardò.