“Con noi la vita è stata ingiusta”: la lettera della fidanzata di Davide, ucciso mentre era a caccia
“Sei e rimarrai per sempre il mio amore grande. Ora che non sei più con me sento un vuoto incolmabile. Una parte del mio cuore se n'è andata con te. Eri tutto per me, il mio porto sicuro, la mia vita”. È una lettera piena d’amore quella che Michela ha voluto scrivere al suo fidanzato Davide, il giovane ucciso nei boschi di Assisi durante una battuta di caccia dal suo “secondo papà” Pietro Fabbri.
Davide Piampiano, 24 anni, è morto il 31 gennaio scorso durante una battuta di caccia nelle campagne di Assisi. La ragazza ha voluto leggere una lettera davanti alle telecamere del programma di Rai1 “La vita in diretta”.
“Sento un freddo gelido che mi fa star male, un brutto giorno mi ha per sempre strappato da te, tutti i nostri progetti sono diventati solo un triste sogno, quel sogno di una vita insieme che ogni giorno immaginavamo come sarebbe stata, piena d’amore, di tenerezza, di dolcezza”, scrive la ragazza nella sua lettera per Davide. E racconta del terreno che il giovane aveva comprato per costruire la loro casa: “Vorrei soltanto averti qui con me, mi chiedo come farò a sopportare tanto dolore”. “Con noi la vita è stata tanta ingiusta”, aggiunge ancora la ragazza.
Piero Fabbri, 57 anni, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, ha ammesso di avere sparato un colpo di fucile pensando di poter colpire un cinghiale ma ha negato di avere depistato l’indagine sulla morte del giovane. "Avrei preferito morire io, la mia vita è finita", ha detto l’uomo al gip.
Sono state le immagini riprese da una piccola telecamera che la vittima aveva con sé a far concludere che Davide Piampiano non era morto per un incidente, ma era stato raggiunto da un colpo di fucile di un altro dei partecipanti alla battuta di caccia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti l'uomo, accortosi di quanto accaduto, avrebbe poi cercato di depistare le indagini alterando lo stato dei luoghi, scaricando l'arma della vittima, disfacendosi del proprio fucile e della propria giacca da caccia e soprattutto omettendo di chiamare subito i soccorsi.
Piero Fabbri resta in carcere
Resta in carcere Piero Fabbri: lo ha deciso il gip di Perugia che ha respinto l'istanza di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa dopo l'interrogatorio di garanzia. Il giudice ha ritenuto che siano necessari altri accertamenti di polizia giudiziaria per stabilire l'esatta dinamica di quanto successo. Gli atti del procedimento saranno ora trasmessi alla Procura di Firenze che assumerà la direzione delle indagini. La madre di Fabbri è infatti giudice onorario e quindi essendo parte offesa dal reato il codice prevede la competenza della magistratura toscana.