Poteva succedere solo oggi perché i casi della vita seguono sempre una drammaturgia che supera l'immaginazione. E oggi è primavera e oggi è il giorno in cui le piazze e le strade si sono riempiti di giovani in manifestazione contro le mafie e in memoria delle vittime innocenti. Così che proprio oggi a Riccardo Orioles, giornalista e maestro che di strade contro le mafie ne ha calpestate tantissime, siano stati concessi i benefici della legge Bacchelli (istituita per garantire il sostegno a cittadini illustri) è lo sboccio di un fiore che profuma di antimafia, etica e impegno.
Riccardo ha fondato nel 1982 il mensile I Siciliani a Catania, diretto da quell'uomo prezioso che è stato Pippo Fava: quel mensile era l'unica voce libera in una Catania in cui le mafie, i potentati e un pezzo dell'imprenditoria andavano a braccetto. Quando Fava venne ucciso Orioles, insieme ai giovani "carusi" cresciuti sotto la guida del direttore, decide di commemorarlo nel modo più profumato e dritto, esercitandone la memoria nel tentativo ostinato, rigoroso e puntuale di proseguire quel giornalismo di inchiesta fatto di studio, curiosità e rovistaggio tra i gangli della mafia, della politica e della massoneria. Riccardo Orioles insomma è un "giornalista giornalista", di quelli che sono preziosi in questo martoriato Paese.
Ma Riccardo è anche un maestro. Un maestro di quelli convinti che il sapere è inutile se non viene condiviso, discusso e insegnato. Nonostante porti nel cuore il lutto del compagno Pippo Fava tra i suoi occhi stretti continua a zampillare la voglia di seminarne altri mille in giro, convinto com'è che l'antimafia non sia né una postura né una missione sotto i riflettori ma piuttosto un artigianale e quotidiano lavoro di costruzione. L'antimafia di cui profuma Riccardo è quella dei comportamenti, dello studio e della pratica. Se gli si dovesse dare una forma, a Orioles, sarebbe a forma del lubrificante necessario per tenere sempre funzionanti gli ingranaggi della curiosità che fa da guardia alla democrazia.
All'annuncio del riconoscimento della Bacchelli oggi Orioles ha risposto sottolineando «che questo lavoro non è mai stato individuale e solitario ma umile e collettivo. Il riconoscimento non va dunque a un qualche grande e superbo autore ma a una scuola di buoni artigiani, utili al popolo e scomodi per il potere, a cui mi onoro di aver partecipato. Di essi, gran parte erano o sono giovani. Nessuno di loro ha mai tradito i valori essenziali del nostro mestiere, insegnatici da Giuseppe Fava e tramandati fra generazioni.» In queste righe c'è tutto il suo intendere il suo mestiere: sapere esattamente da che parte stare, parteggiare, essere partigiano.
E la primavera profuma un po' di più.