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“Con decreti restrittivi evitati 200mila ricoveri a marzo”: ricostruita la mappa del contagio

Senza i decreti che hanno imposto misure restrittive per limitare la diffusione dell’epidemia di coronavirus, in Italia nel mese di marzo avremmo avuto 200mila persone ricoverati in ospedale e il 45 per cento in più di capacità di contagio. Lo ha calcolato uno studio condotto dagli scienziati di Politecnico di Milano, Università Ca’ Foscari Venezia, Università di Zurigo, EPFL di Losanna e Università di Padova. I ricercatori hanno realizzato il primo modello di contagio per l’Italia ricavando una mappa che potrà essere usata anche nello studio dei prossimi provvedimenti.
A cura di Simone Gorla
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Quanto hanno funzionato le misure di contenimento anti coronavirus? Con quale efficacia i decreti del governo hanno ridotto la diffusione della pandemia in Italia? Secondo una ricerca condotta da un gruppo di scienziati di quattro università, dall’inizio dell’epidemia al 25 marzo scorso, le restrizioni alla mobilità decise dal governo italiano hanno evitato il ricovero ospedaliero di almeno 200mila persone e progressivamente ridotto la capacità di contagio del 45 per cento. Lo studio, in uscita sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS, è stato realizzato da Politecnico di Milano, Università Ca’ Foscari Venezia, Università di Zurigo, EPFL di Losanna e Università di Padova.

I ricercatori hanno realizzato il primo modello di contagio per l’Italia che tiene conto sia dell’evoluzione temporale dell’infezione nelle popolazioni locali che della loro distribuzione geografica, integrando gli spostamenti degli individui per raggiungere il luogo di lavoro, con una risoluzione a livello provinciale. Si sono serviti di censimenti Istat per stimare la mobilità prima dell’epidemia e di uno studio indipendente che ha sfruttato la geolocalizzazione dei cellulari per capire di quanto si è ridotta la mobilità con le restrizioni imposte.

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Da questi elementi i ricercatori hanno ricavato una mappa di come sarebbe andato il contagio senza alcuna limitazione. Questa è stata poi confrontata con l’andamento reale dell’epidemia. Il modello matematico ricavato è risultato coerente con la realtà. Un  risultato che fa ben sperare: potrà essere impiegato nello studio dei prossimi provvedimenti. Analizzando la geografia del contagio, gli scienziati hanno riscontrato come l’epidemia nelle prime fasi si sia mossa velocemente seguendo i percorsi delle principali infrastrutture di trasporto del Paese.

"Possiamo concludere che le misure molto restrittive imposte a partire dal 10 marzo, il cui effetto abbiamo potuto osservare solo parzialmente nel periodo analizzato che si concludeva il 25 marzo, sono responsabili del calo nei contagi che osserviamo in questi giorni", rileva Marino Gatto, professore di Ecologia del Politecnico di Milano e primo autore dello studio. "Le nostre proiezioni confermano una discesa dei contagi nelle prossime settimane se le attuali misure di restrizione saranno mantenute – spiega Enrico Bertuzzo, professore di Idrologia all’Università Ca’ Foscari Venezia e coautore dello studio – Tuttavia, l'incertezza è ancora elevata ed ogni nuovo dato disponibile è importante per comprendere la dinamica dell'epidemia e la sua possibile evoluzione futura". Gli scienziati autori dello studio hanno una consolidata esperienza nello studio della diffusione di epidemie, in particolare del colera e di altre malattie legate all’acqua. I risultati delle loro precedenti ricerche sono serviti all’Organizzazione Mondiale della Sanità e a Medici senza Frontiere per lo sviluppo delle strategie di intervento per limitare la diffusione di queste malattie.

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