Comunione e cresima insieme, la rivoluzione dell’arcidiocesi di Palermo
A Palermo comunione e cresima ricevute insieme. Nella stessa celebrazione liturgica, in un’età compresa tra i 10 e gli 11 anni. È questa la novità dell’Arcidiocesi di Palermo dall’anno pastorale 2025/2026. Una piccola rivoluzione che chiude l’era delle prime comunioni e delle cresime come passaggio alla maturità e che inserisce anche un percorso quinquennale pronta a coinvolgere le famiglie.
I parroci della città siciliana ne erano a conoscenza da tempo. Ora, però, è arrivata l’ufficialità. Dopo un’assemblea pastorale, la scelta arriva dall’arcivescovo della diocesi di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, che da tempo punta a recepire le linee guida della Conferenza episcopale italiana (Cei) catechesi, così come stanno facendo da anni tutte le altre diocesi italiane. Come ha fatto, per esempio, qualche anno fa, tra il 2017 e il 2020, l'archidiocesi di Spoleto-Norcia.
Tra gli obiettivi, però, non c’è solo la volontà di stare al passo con la Chiesa italiana, ma anche il tentativo di mettere una toppa agli addii dei bambini (e delle rispettive famiglie) dalle parrocchie una volta ricevuta la comunione.
I cambiamenti sono stati messi nero su bianco in una nota firmata dal vicario generale, monsignor Giuseppe Oliveri, che li ha raccolti sotto un unico cappello definito “nuovo progetto catechistico per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi”.
Cosa cambia?
Il cuore del progetto sposa l’idea di un percorso unico per l’iniziazione cristiana, a partire dall’età di sette o otto anni. Per l’iscrizione va quindi attesa l’età dei nove anni per ricevere il sacramento della Confermazione e dell’Eucaristia. Perciò, dal prossimo anno pastorale, ossia il 2025/2026, quando la sperimentazione entrerà a regime, il percorso quinquennale dovrebbe portare intorno all’età dei 10-11 anni al ricevimento dei due sacramenti.
Ad ogni modo, l’iter porta una frenata delle iscrizioni al catechismo di prima comunione per il 2024. Una sfida per i parroci palermitani, alle prese con anni di modalità consolidate – talvolta, tradizionali -, oltre con la necessità di trovare un equilibrio fra Eucarestia e Confermazione, evitando una sovrapposizione tra i due sacramenti. Come spiega l’arcivescovo Lorefice, nel corso dell’anno pastorale "non si dovranno iniziare nuovi percorsi in vista della comunione; verranno portati a compimento i percorsi di iniziazione cristiana già avviati con la celebrazione della prima comunione; i bambini che riceveranno la prima comunione quest’anno seguiranno i consueti itinerari di preparazione alla cresima".
Nella nota del vicario generale dell’Arcidiocesi di Palermo, si legge poi che i bambini di 7 e 8 anni e le loro famiglie dovranno essere accolti e accompagnati coinvolgendoli in “attività e incontri propedeutici” al nuovo itinerario. E che serva “una certa unitarietà di prassi” tra le parrocchie, “senza deroghe o eccezioni: la comune e contemporanea ripartenza col nuovo progetto, nel prossimo anno, servirà, tra l’altro, a non creare disorientamento o confusione nei fedeli laici”.
Le reazioni su Facebook
Nel gruppo Facebook "Il Pungolo Bagheria – Aspra e dintorni…", c'è chi non ha preso benissimo la nascita del percorso unico della durata di cinque anni. Tra i commenti si legge: "Con i ritmi scolastici dei bambini, e corsi extracurriculari, in più magari uno sport per svagarsi, cinque anni di catechismo mi sembra davvero anacronistico"; "Così allontaneranno ancora di più i giovani dalla Chiesa"; "Progetto quinquennale? Una volta era di due anni ma dovevi avere l'età giusta per capire… Oggi di cinque anni perché devono intraprendere la carriera ecclesiastica? Fra un paio d'anni farei la formula 5+3, così escono direttamente cardinali e vescovi".
L'esempio di Spoleto-Norcia
La formula dell'archidiocesi Spoleto-Norcia è stata partorita nel 2017. Come raccontato da Famiglia Cristiana, le indicazioni vedono la celebrazione dei due sacramenti a distanza di 24 ore. Prevista la memoria del Battesimo alla fine della terza elementare, la prima confessione alla fine della quarta e la Cresima e la Comunione alla fine della quinta. "I due sacramenti – ha spiegato sulla rivista l'arcivescovo, monsignor Renato Boccardo – saranno impartiti a distanza di un giorno o al massimo una settimana l'uno dall'altro. La Cresima sarà celebrata in Duomo, nella chiesa cattedrale, per sottolineare l’inserimento pieno dei ragazzi nella Chiesa locale. Poi il giorno dopo o la domenica successiva verrà celebrata la prima Comunione in parrocchia". Dopo la Cresima, poi, "sarà proposta ai ragazzi l’esperienza dell’oratorio come luogo di vita dove si impara a stare con gli altri, ci si diverte, si prega insieme e si viene formati ed educati", ha concluso il vescovo.