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Napoli, il Comune ordina ai dipendenti: non parlate coi giornalisti (ma su Facebook sì?)

Arriva il Codice di comportamento per i dipendenti dell’Amministrazione guidata da Luigi de Magistris: non si parla coi cronisti, ma della comunicazione via social network non c’è traccia. Giro di vite su corruzione e regali, norme più rigide anche sull’abbigliamento dei lavoratori.
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Per i dipendenti del Comune di Napoli guidato da Luigi de Magistris arriva il ‘codice di comportamento': una serie di norme che regolano i rapporti tra il lavoratore di Palazzo San Giacomo e i cittadini-utenti. Un documento ormai diffuso nelle Pubbliche Amministrazioni di tutt'Italia e atteso da tempo. Obiettivo: «definire i doveri di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta» in vari aspetti del lavoro dell'Ente pubblico. Tra le cose messe nero su bianco spiccano gli argomenti che riguardano il corretto comportamento rispetto ai tentativi di corruzione. Di casi di , lo dicono gli atti giudiziari, il Comune di Napoli è stato spesso interessato. «Il dipendente – si legge – non chiede e non accetta, per sé o per altri, regali o altre utilità, neanche di modico valore, né accetta da un proprio subordinato per sé o per altri direttamente o indirettamente, regali o altre utilità, a prescindere dal valore di quest’ultimi, quando queste rappresentino un corrispettivo per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio da parte di soggetti che possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti alle sue mansioni d’ufficio». Chi riceve regali «è tenuto ad informare tempestivamente il proprio dirigente» e il responsabile della prevenzione della corruzione. Viene chiesto agli altri lavoratori di segnalare nel caso in cui venissero a conoscenza di infrazioni riguardanti altri lavoratori le vicende incriminate. Poi ci sono i rapporti con la politica e con l'associazionismo (che spesso a Napoli è legato a doppio filo al potere). «Il dipendente è tenuto a dare comunicazione scritta al dirigente circa la propria adesione o appartenenza ad associazioni e formazioni sociali, a prescindere dal loro carattere riservato o meno». Quest'articolo non vale ovviamente se si tratta di partiti politici né ad organizzazioni sindacali: in questo caso vale la libera associazione garantita dalla Costituzione. Divieto di attività esterne non autorizzate e obbligo di comunicazione da parte dei dipendenti (a contratto indeterminato o determinato) di tutti i rapporti di collaborazione e finanziari, suoi, di suoi parenti o affini entro il secondo grado, del coniuge o del convivente, con soggetti privati, in qualunque modo retribuiti e intrattenuti negli ultimi tre anni, nel momento in cui questi rapporti «abbiano interessi in attività o decisioni inerenti al suo ufficio e limitatamente alle attività a lui affidate». Obiettivo: evitare conflitti d'interesse.

Nelle norme comportamentali c'è anche il sostanziale bavaglio ad ogni comunicazione con gli organi di stampa. Al Comune di Napoli potranno parlare soltanto i dipendenti addetti alla comunicazione esterna. È tutto nero su bianco: «I dipendenti, fatte salve le ipotesi di esercizio dei diritti sindacali, non intrattengono rapporti con i mezzi di informazione in merito alle attività istituzionali dell'Ente se non a mezzo dell'ufficio addetto alla comunicazione esterna e, pertanto, informano tempestivamente lo stesso ufficio, per il tramite del responsabile della struttura di appartenenza, nel caso in cui siano destinatari di richieste di informazione o chiarimenti da parte degli organi di informazione». Questione di non poco conto: il Codice di comportamento voluto dall'Amministrazione guidata da Luigi de Magistris non viene fatto cenno alcuno dei social network, usati massicciamente da numerosi dipendenti dell'Ente, anche da persone non direttamente collegate all'ufficio comunicazione di Palazzo San Giacomo. L'Amministrazione partenopea dunque – a meno di ripensamenti e aggiusti dell'ultim'ora – pone un definitivo argine nei rapporti con la stampa. Senza però sfiorare il più imponente strumento di comunicazione e condivisione delle informazioni: Facebook. Un apposito "Ufficio procedimenti disciplinari" acquisirà segnalazioni dei cittadini «per individuare i comportamenti privati dei dipendenti comunali che contrastino con i principi deontologici». Poi altre regolette: quella del ‘l'ultimo chiuda la porta', ovvero l'obbligo (sacrosanto) per i lavoratori di provvedere allo spegnimento delle macchine e delle attrezzature di cui dispone per motivi di servizio, di limitare la stampa su carta e favorire la raccolta differenziata dei rifiuti nei luoghi di lavoro. E infine, il decoro: «gli addetti agli sportelli e agli uffici a diretto contatto con il pubblico devono usare un abbigliamento conveniente all’ufficio cui sono preposti, al fine di tutelare il decoro e l’immagine del Comune di Napoli» c'è scritto. E per chi non rispetta la norma-eleganza, il procedimento disciplinare è pronto a scattare.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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