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Compra biglietto del Gratta e Vinci con amici, incassa 2 milioni e non li divide: “Mentono, sono miei”

È salito sul banco degli imputati il piastrellista 34enne che nel 2021 ha vinto 2 milioni di euro al Gratta e Vinci ed è stato accusato da due amici di non aver diviso i soldi, infrangendo un patto preso in precedenza. “Sono tutte bugie, non c’era alcun accordo di spartizione”, ha ribadito l’uomo.
A cura di Eleonora Panseri
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"La vincita appartiene interamente al sottoscritto, non ci penso proprio a dividerla". A ribadire la volontà di non spartire con gli amici il bottino vinto al Gratta e Vinci è il piastrellista che nel 2021 era riuscito a incassare ben 2 milioni di euro a Garda.

Ricardo G.T., 43enne di origini brasiliane con residenza dal 2018 a Monzambano, in provincia di Mantova, è salito ieri, lunedì 15 gennaio, sul banco degli imputati per esporre la sua verità, contro quella sostenuta da due colleghi di lavoro e amici che, dall'inizio di questa storia, dicono di essere stati truffati dall'uomo.

"Quel tagliando superfortunato lo abbiamo acquistato insieme, quindi la vincita va suddivisa in tre – sostengono Giovanni S., 51 anni, di Brescia, e Christian C., 62. trentino residente nel Veronese, costituitisi parte civile e difesi dall'avvocata Barbara Sorgato -. Tra noi c’era un patto ben preciso, avevamo anche contattato un notaio, ma Ricardo ci ha tradito e all’ultimo momento ha tentato di incassare da solo tutto il maxi malloppo". Così il 51enne e il 62enne sono riusciti a far bloccare la vincita dopo aver saputo che Ricardo aveva provato a riscuotere i soldi da solo.

I due uomini avevano esposto loro versione in un'udienza del settembre scorso che per poco non era sfociata in rissa. Come si legge sul Corriere del Veneto, anche ieri erano tutti presenti in aula ma il clima era più disteso. Il 43enne, difeso dall’avvocato Giovanni Chincarini, è qui stato sottoposto a un approfondito interrogatorio dal pubblico ministero Alberto Sergi della Procura di Verona. "Sono un appassionato di Gratta e Vinci, gioco forte", ha ammesso Ricardo. "Punto anche tre volte al giorno, non vado mai in perdita, con i soldi che vinco compro altri tagliandi. Seguo le statistiche e i sistemi di Lottomatica, mi informo sui posti dove si vince dai mille euro in su, così poi faccio i miei calcoli".

Poi ha ripercorso il giorno della vincita: "Quel giorno ho acquistato con i miei soldi a Garda cinque tagliandi da venti euro ciascuno, quando ho grattato il secondo ticket davanti a Gianni è risultato milionario. Abbiamo fatto festa, chiamando anche Christian. Ho fatto fotografare loro il tagliando da due milioni, non credevo ci fosse malizia. Ho pensato di fare loro un regalo, 80mila euro a testa, l’equivalente del fatturato di un anno di lavoro. A Gianni servivano i denti nuovi, Christian desiderava un’auto. Non eravamo solo colleghi ma anche amici, quindi volevo fare loro un regalo".

Ricardo però è certo del fatto che i due milioni spettavano a lui "in quanto il tagliando vincente l’ho acquistato io: non ho comprato ticket in società con loro, non ne avevano alcun bisogno, avevo da poco vinto e già incassato 800mila euro (un ticket vincente da 800 mila euro a Modena, ndr), non avevo certo bisogno del loro contributo per comprare altri biglietti. Quelle che sono venuti qui a dire in tribunale sono tutte bugie, non c’era alcun accordo di spartizione, invece loro dopo la mia vincita insistevano affinché andassimo dal notaio perché dicevano di non fidarsi di mia moglie e mia figlia. Io però ho fatto di testa mia e sono andato a incassare la vincita a Peschiera del Garda, finché pochi giorni dopo mi ha convocato la Finanza".

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