Como: lite per le capre, Pierina Alietti uccisa dal vicino
Raptus omicida? Odio covato da tempo? Violenza esplosa in attimi di pura follia? Difficile stabilirlo con certezza, anche perché il motivo del litigio che ha portato all'omicidio, consumatosi questa mattina a Livo in provincia di Como, è a dir poco banale. Ma è proprio sull'apparente banalità, che spesso si consumano i più crudeli delitti. La cronaca lo insegna.
Pierina Alietti (59 anni) è conosciuta nella zona come una donna mite e riservata. Moglie fedele, madre di due figli e nonna di due bambini, l'allevatrice di Livo era definita, da chi la conosceva, una grande lavoratrice, una persona semplice attaccata alla famiglia, alla sua terra e ai suoi animali. L'assassino, invece, un uomo molto schivo e riservato.
L'incontro fatale è avvenuto intorno alle 13 di ieri, quando Pierina è uscita di casa, per radunare le sue 80 capre. Il cancello dell'abitazione di Valindo Rossini, operaio 62enne nonché vicino di casa di Pierina, era aperto. Alcune capre sono entrate nel suo giardino, calpestandone l'erba. Valindo, precipitatosi fuori la sua abitazione, ha iniziato a gridare contro la signora Alietti e tra i due ci sarebbe stato un battibecco durato qualche minuto. All'improvviso Valindo ha impugnato la sua pistola e sparato due colpi proprio quando Pierina gli ha voltato le spalle. L'assassino è immediatamente fuggito, anche se, dopo meno di un'ora, si è presentato spontaneamente alla stazione dei carabinieri di Gravedona, confessando il delitto.
Ad attivare subito i soccorsi, è stato un bambino del paese che, dopo aver assistito all'omicidio, si è precipitato a chiedere aiuto. A nulla è valso il presto soccorso del 118, Pierina è morta riversa nella neve in un lago di sangue.
C'è chi nega che tra i due vicini ci siano stati mai dissapori, eppure un movente ad un delitto così crudo deve comunque essere stabilito. Non si può pensare che si muore e si uccide, oggi, per niente.