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Come sarà l’estate 2023, le previsioni meteo: a giugno picchi di caldo alternati a temporali

Il climatologo Giulio Betti: “Ci attendiamo picchi di caldo nelle prossime 3/4 settimane, ma la loro frequenza sarà decisamente inferiore rispetto al 2022 e non mancheranno episodi di instabilità”.
Intervista a Giulio Betti
Climatologo del CNR
A cura di Davide Falcioni
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Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e il servizio europeo di osservazione della Terra, Copernicus, il 2022 è stato l'anno più caldo mai registrato in Italia da quando vengono effettuate rilevazioni scientifiche, ovvero dalla seconda metà dell'Ottocento. A renderlo noto il rapporto "Stato del Clima in Europa 2022" presentato questa mattina, secondo cui quello passato è stato l'anno più caldo mai registrato anche in Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito.

Per l'intera Europa, il 2022 è stato il secondo più caldo della storia. Tuttavia a causa dell'effetto combinato de un ‘El Niño' molto potente e del surriscaldamento globale alimentato da concentrazioni di gas serra, il 2023 potrebbe vedere – a livello mondiale – un nuovo record di temperature, in attesa di un 2024 che gli scienziati già preconizzano come torrido, vero "annus horribilis" della serie storica. Insomma, le temperature miti delle ultime settimane e le abbondanti precipitazioni sono destinate a cedere il passo a un'estate che – soprattutto nella seconda parte – sarà costantemente molto calda. Nelle prossime settimane, invece, i picchi di calore saranno alternati da frequenti fasi di instabilità. Lo ha spiegato a Fanpage.it Giulio Betti, meteorologo e climatologo presso il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) e l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, nonché socio AMPRO (Associazione Meteo Professionisti).

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Innanzitutto: cosa è accaduto nelle ultime settimane in Italia? Perché è piovuto così tanto e così di frequente a maggio e inizio giugno??

La configurazione climatica delle ultime settimane non costituisce di per sé un'anomalia, perché questo tipo di pattern circolatorio l'abbiamo già visto in passato: mi riferisco alla presenza di un'alta pressione sull'Europa settentrionale che richiama correnti più fresche e instabili – soprattutto in quota – verso il Mediterraneo. Le temperature, comunque, non sono state particolarmente più basse della media ma i valori sono stati indicativamente in linea con il periodo. Tuttavia questo anticiclone ha richiamato infiltrazioni d'aria fresca in quota che hanno fatto sì che praticamente tutti i giorni si registrassero temporali in quasi tutte le zone interne d'Italia, con accumuli anche importanti. Dov'è, dunque, l'anomalia? Non tanto nella configurazione in sé, quanto nella durata: il blocco anticiclonico sul nord Europa è presente da una quarantina di giorni ed è questo l'elemento di novità veramente significativo.

Le precipitazioni delle ultime settimane hanno attenuato la crisi idrica presente in Italia?

Per quanto riguarda il centrosud è caduta fin troppa acqua: le piogge sono state eccessive e se ne vedono le conseguenze soprattutto nel comparto agricolo, con una forte presenza di parassiti e funghi. Nelle regioni centro-meridionali, infatti, già in precedenza le piogge erano state piuttosto abbondanti. Il problema della siccità riguardava esclusivamente il nord, e in particolar modo il nord-ovest della Toscana, parte della Liguria e tutta la zona al nord del Po. In queste aree la situazione è molto migliorata dal punto di vista della risorsa idrica, tuttavia le falde profonde non si sono del tutto ricaricate. L'estate potrà essere affrontata con relativa tranquillità, ma poiché manca la metà della neve che dovrebbe esserci sulle Alpi sarà bene che autunno e inverno siano particolarmente piovosi e nevosi.

Cosa ci attende nei prossimi giorni? 

Una breve ma intensa ondata di calore che raggiungerà l'apice giovedì in particolare al centrosud, con temperature che in Sardegna, Sicilia, Basilicata e Puglia raggiungeranno localmente i 38 gradi, mentre al centronord arriveremo a 34/35 gradi. Si tratta di valori 6/7 gradi al di sopra della media stagionale. Insomma, avremo un assaggio improvviso di caldo anomalo che tuttavia, a differenza dello scorso anno, durerà non più di 4/5 giorni. A seguire non ci attendiamo particolari cambiamenti: la pressione si manterrà elevata sul nord Europa mentre in Italia proseguiranno le infiltrazioni di aria più fredda in quota che potranno dar luogo a nuova instabilità in un contesto termico comunque non fresco: le temperature si manterranno in media leggermente superiori alla norma. Ci attendiamo picchi di caldo nelle prossime 3/4 settimane, ma la loro frequenza sarà decisamente inferiore rispetto al 2022 e non mancheranno episodi di instabilità. La seconda parte dell'estate invece i valori di temperatura potrebbero essere costantemente superiori alle medie, ma il condizionale è ancora d'obbligo e c'è ancora un margine di incertezza.

Secondo l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) c’è stato un repentino aumento delle temperature del mare intorno al Regno Unito e all'Irlanda. Tale incremento sarebbe dell’ordine di 3 o 4 gradi rispetto alla media. Cosa significa?

È vero. Addirittura in alcune zone del Mare del Nord l'aumento della temperatura è di 6/7 gradi, un valore mai osservato in precedenza. Questo fenomeno causerà un aumento e una intensificazione dei fenomeni temporaleschi. Avere il Mare del Nord, il nord Atlantico e il Mediterraneo occidentale molto più caldi del normale fornirà energia e soprattutto umidità ai sistemi atlantici che raggiungeranno l'Europa centrale, con fenomeni molto intensi soprattutto in Spagna settentrionale, Francia, Inghilterra, Belgio, e Germania. Già a partire dai prossimi giorni si potrebbero verificare temporali molto forti, la cui intensità sarà acuita dal calore fornito dal mare e soprattutto dall'umidità.

In Italia potrebbero esserci conseguenze?

Non particolari, salvo qualche acquazzone sulle Alpi.

Sentiamo sempre più spesso parlare di ‘El Niño'. Di cosa si tratta?

Di un fenomeno climatico di riscaldamento delle acque del Pacifico tropicale centrale ed orientale fino alle coste del Perù e dell’Ecuador, che si ripete con intervalli tra i 2 e i 7 anni, dura da 9 a 12 mesi e causa ondate di calore, siccità ed alluvioni in diverse aree del pianeta. La controparte – come fase più fredda – è ‘La Niña’, durante la quale le acque della fascia equatoriale del Pacifico si raffreddano e la pressione occidentale si abbassa.

È vero, allora, che dobbiamo attenderci record di temperature a livello globale a causa di ‘El Niño’?

In realtà la vera estate record sarà molto probabilmente la prossima, quella del 2024, quando la presenza del Niño sarà matura e conclamata. Questa conformazione infatti è ancora in fase di sviluppo e un paio di settimane fa ha avviato il suo primo step, quello ancora debole. Intendiamoci: quest'anno si candida ad essere uno dei più caldi della serie storica, mentre il prossimo sarà molto probabilmente il più caldo di sempre.

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