Come potrebbe cambiare il piano vaccinale
I ritardi nelle consegne cambiano, inevitabilmente, il piano vaccinale. Un programma da rivedere in funzione delle ultime novità, a partire dalla somministrazione del vaccino di AstraZeneca che potrebbe essere riservata agli under 55. A febbraio dovrebbero arrivare circa 4 milioni di dosi tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Ma con tante incognite: la prima è quella dei ritardi delle consegne, ma non solo. Altro nodo da sciogliere è quello del personale necessario per somministrare le dosi. E, ancora, va deciso in che modo distribuire i vaccini alle diverse Regioni, sulla base di quali criteri. Infine, il governo dovrà capire che indicazioni fornire per la somministrazione dei vaccini di AstraZeneca, destinati teoricamente a persone più giovani.
Il vaccino AstraZeneca
L’Aifa ha raccomandato di somministrare il vaccino di AstraZeneca per la fascia d’età che va dai 18 ai 55 anni. Escludendo, quindi, tutti gli anziani che devono essere vaccinati in questo periodo. A febbraio in Italia arriverà un milione di dosi, per un totale di 3,4 milioni nel primo trimestre. Ma ora bisogna capire a chi verranno somministrate: si propone di dare precedenze alle forze dell’ordine e al personale scolastico. Ma, come chiesto anche da alcune Regioni, servono criteri precisi e anche gli accordi con chi deve somministrare i vaccini, a partire dai medici di famiglia che potrebbero essere coinvolti in questa fase.
La distribuzione alle Regioni e il personale per le somministrazioni
La prima tappa è quella della distribuzione del vaccino alle Regioni per gli over 80, i prossimi ad essere vaccinati. Finora le dosi sono state distribuite sulla base della popolazione generale, ma alcune Regioni – che hanno un elevato numero di over 80 – chiedono di utilizzare un criterio diverso, basandosi sulla percentuale della popolazione più anziana. Altre Regioni, però, sono contrarie. C’è poi il tema del personale che dovrà somministrare i vaccini: il commissario Arcuri ha annunciato che sono state assunte 2.207 unità di personale, di cui solamente 80 già in servizio però. Più di mille, invece, dovrebbero prendere servizio entro la prossima settimana, mentre altri mille sono ancora in attesa della visita medica delle Asl.