Come potrebbe cambiare il bollettino Covid secondo Ciciliano (Cts)
"Con la variante Omicron siamo entrati in una fase nuova della pandemia, che richiede anche nuove regole". È quanto ha dichiarato Fabio Ciciliano, segretario e componente del Comitato Tecnico Scientifico (Cts), intervistato questa mattina nel corso della trasmissione 24 Mattino su Radio 24. L'esperto ha commentato alcuni dei temi caldi riguardanti l'emergenza Covid-19 in Italia. Tra questi, la possibilità di modificare la frequenza del bollettino con i dati su contagi, decessi e ricoveri, che da quotidiana potrebbe diventare settimanale, separando anche i numeri dei positivi da quelli dei malati.
Ciciliano su dati: "Decisione non tecnica ma politica"
"In tutta questa fase della pandemia – ha detto Ciciliano – qualche volta la comunicazione non ha centrato l'obiettivo, parlo di quella istituzionale e di emergenza. Il discorso del bollettino ha più un valore di carattere emotivo, i numeri vengono comunque forniti quotidianamente dagli enti territoriali e poi vengono messi a disposizione di tutti per essere utilizzati e studiati. È stato scelto di utilizzare alcuni dati e di trasmetterli tutti i giorni, potrebbe certo essere il caso di ridurne la frequenza di trasmissione non tanto per una questione numerica, ma perché potrebbe essere meno impattante per i cittadini che vivono da due anni questo martellamento di dati. A chi vuole fare dietrologie dico: potrebbe essere male interpretata la volontà di ridurre su base settimanale la comunicazione dei dati, non è così. I dati comunque ci sono e sono pubblici, come succede in tutto il mondo".
Sulla questione bollettino Ciciliano era già intervenuto nei giorni scorsi, sottolineando in una intervista al Corriere della Sera che "si tratta di una decisione non tecnica ma politica e va inserita nel più vasto capitolo delle comunicazioni, e uso il plurale, dell’emergenza. Il monitoraggio clinico che distingue i pazienti affetti da Covid-19 (che è la malattia causata dal SARS-CoV-2) da quelli affetti da altre patologie e che risultano positivi al Sars-CoV-2 può essere un ulteriore dato fondamentale . Consentirebbe, in questa fase della pandemia, di scremare ulteriormente i numeri".
Quarantena di 5 giorni "soluzione non percorribile"
Al momento, secondo Ciciliano, "si sta assistendo a una fortissima accelerazione dell'aumento del numero dei contagi che mai aveva raggiunto picchi del genere durante gli scorsi mesi o la prima fase. L'elemento di vantaggio è che sembra che questa variante sia meno impattante sulla persona e dia delle manifestazioni cliniche più leggere ovviamente sulle persone vaccinate". Sulle altre ipotesi al vaglio di Governo e Regioni, Ciciliano usa cautela, in particolare rispetto alla proposta di ridurre a cinque giorni la quarantena per i positivi asintomatici con dose booster o con seconda dose da meno di 4 mesi: "Noi abbiamo comunque bisogno di controllare il numero dei contagi. Le persone positive possono già andare in giro però dopo che siano trascorsi 21 giorni dalla positività perché è stato dimostrato che al 21esimo giorno, ancorché il risultato del tampone sia ancora positivo, la persona non è capace di trasmettere il virus ad altri. Cinque giorni sono pochi, ricordiamo che le persone asintomatiche positive sono comunque capaci di infettare e di fatti in questo momento della pandemia non appare una soluzione percorribile".