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Giubileo 2025

Come ottenere l’indulgenza durante il Giubileo 2025 a Roma: tutte le regole di Papa Francesco

Il Vaticano ha reso note tutte le modalità per ottenere l’indulgenza plenaria durante il Giubileo del 2025. L’elenco con tutte le particolarità menziona l’assistenza ai bisognosi, la devoluzione di denaro ai poveri e l’astinenza. Tra le possibilità anche l’astensione dai social network.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Giubileo 2025 si avvicina e dal Vaticano arrivano le nuove norme per ottenere l'indulgenza. La concessione potrà essere conseguita anche nelle opere di misericordia e di penitenza, secondo quanto stabilisce la Penitenzieria apostolica.

L’indulgenza, come si legge nella costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina, è “la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi per quanto riguarda la colpa (per i quali cioè si è già ottenuta l’assoluzione confessandosi).

I fedeli potranno conseguirla "se, con animo devoto, parteciperanno alle Missioni popolari, a esercizi spirituali o ad incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa cattolica, da tenersi in una chiesa o altro luogo adatto, secondo la mente del Santo Padre", vi si legge.

La norma prevede che si può ottenere un'indulgenza plenaria al giorno, ma "i fedeli che avranno emesso l'atto di carità a favore delle anime del Purgatorio, se si accosteranno legittimamente al sacramento della Comunione una seconda volta nello stesso giorno, potranno conseguire due volte nel medesimo giorno l'Indulgenza plenaria, applicabile soltanto ai defunti", c'è scritto.

L'elenco delle norme per ottenere l'indulgenza al Giubileo 2025

Nello specifico, stando a quanto scrive Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo ordinario 2025, l'indulgenza viene perciò annessa "anche alle opere di misericordia e di penitenza", cioè tramite le opere di misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti) e le opere di misericordia spirituale, come ad esempio consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

E ancora ai fedeli potrà arrivare questa concessione anche quotidianamente "se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili)", alle consuete condizioni spirituali, sacramentali e di preghiera.

Oppure "astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni, reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network, e da consumi superflui".

L'indulgenza giubilare è concessa anche praticando la tradizionale astinenza del venerdì, nonché "devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell'infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie; dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno".

L'esortazione ai sacerdoti per facilitare il Sacramento della Riconciliazione

Infine tra le norme viene fatta un'esortazione ai sacerdoti affinché offrano ai fedeli "la più ampia possibilità" di accedere al Sacramento della Riconciliazione, "adottando e pubblicando fasce d'orario per le confessioni, in accordo con i parroci o i rettori delle chiese limitrofe, facendosi trovare in confessionale, programmando celebrazioni penitenziali a cadenza fissa e frequente, offrendo anche la più ampia disponibilità di sacerdoti che, per raggiunti limiti di età, siano privi di incarichi pastorali definiti", con la possibilità di confessarsi anche durante le messe.

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