Come ha fatto Filippo Turetta a fuggire in Germania: il viaggio verso il Nord Europa sulla Fiat Punto
Filippo Turetta è stato fermato in Germania, vicino a Lipsia, domenica 19 novembre, una settimana dopo che era scomparso insieme alla sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, trovata morta neanche 24 ore prima nella zona del lago di Barcis a Pordenone. In questi sette giorni, in cui le ricerche delle forze dell'ordine sono andate avanti senza sosta, il ragazzo ha percorso oltre mille chilometri e attraversato tre paesi prima dell'arresto.
La sua fuga era cominciata sabato 11 novembre, quando Filippo è sparito dopo aver cenato in un centro commerciale insieme alla ex fidanzata Giulia. Le telecamere di sorveglianza di un'azienda nella zona industriale di Fossò, nel Veneziano, hanno immortalato una aggressione del ragazzo ai danni della 22enne. Sempre in quella zona è stato segnalato il passaggio della Fiat Punto nera di Filippo, sulle cui tracce si sono messe immediatamente le forze dell'ordine.
Dalle 23.30 di quel giorno, la Punto nera ha iniziato il suo folle viaggio verso il Nord Europa, passando per la provincia di Belluno e quella di Pordenone. Mercoledì il sistema Targa System, ha fotografato la targa (FA015YE) dell'auto in zona San Candido, in Alto Adige. Ha evitato tutte le strade a pagamento, aumentando ovviamente i chilometri percorsi. Poi, dopo aver attraversato l'Austria, la vettura si è fermata a venti chilometri da Lipsia, dove il ragazzo è arrestato all'alba di domenica.
Filippo era fermo sulla corsia di emergenza della Bundesautobahn9, la grande autostrada che collega Monaco a Berlino. Due automobilisti hanno notato la sua Fiat Punto a bordo strada senza fari accesi, particolare che in Germania balza all’occhio, così hanno avvertito la polizia, che ha subito capito che si capiva dell'italiano ricercato.
Gli agenti tedeschi stanno cercando di ricostruire l’itinerario sulla base delle telecamere stradali. Una cosa sembra certa: Turetta si è fermato in quel punto perché aveva finito un po’ tutto, la benzina e il denaro, tanto è vero che – raccontano – il ragazzo non avrebbe opposto resistenza.
"Era chiaro che questa fuga non poteva durare più di tanto, proprio perché si tratta di un soggetto non inserito in ambiti di criminalità organizzata, per cui gli appoggi esterni, anche se ci fossero stati, sarebbero stati limitati e infatti è andata è andata esattamente così. Non si è costituito ma è stato prontamente individuato", ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. "Dobbiamo ancora valutare i dati di fatto – ha aggiunto – e questo potrà essere fatto solo dopo l'autopsia e dopo gli altri accertamenti tecnici irripetibili, che quindi potranno essere disposti, non fatti, solo dopo che saranno notificate le richieste all'indagato".
Filippo, in attesa dell'estradizione che arriverà nei prossimi giorni, si trova al momento nel carcere di Halle: si attende il suo ritorno in Italia per chiarire i tanti punti della vicenda che restano ancora un mistero.