Come funziona la truffa dei falsi assegni per l’emergenza Covid che sta colpendo i ristoratori
Siete titolari di un’attività commerciale, ristoratori, gestori di un locale? In tal caso, potreste essere il bersaglio di una nuova truffa che sta spopolando in questi ultimi giorni.
La Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Isernia riferisce di aver ricevuto ultimamente numerose segnalazioni di una nuova tipologia di frode che colpisce soprattutto i titolari di attività, ristoranti, bed and breakfast, pub e bar.
Il tutto comincia con una chiamata da parte di presunti impiegati di Poste Italiane che comunicano l’esistenza di un assegno erogato dall’INPS o dal Comune di residenza; il fantomatico bonus, frutto delle misure governative di sostegno alle attività commerciali durante il periodo di chiusura legato alla pandemia di Covid19, risulta però in scadenza.
I presunti dipendenti di Poste Italiane, quindi, spingono l’ignaro ascoltatore ad accelerare il processo di riscossione di questi finanziamenti, per evitare di perderli del tutto: alla vittima della truffa viene a quel punto detto di recarsi presso uno sportello bancomat o un ATM, poiché il pagamento dovrebbe avvenire direttamente sul conto corrente.
A quel punto, al gestore dell’attività preso di mira dalla truffa verranno date specifiche indicazioni che – invece di permettergli di ritirare il bonus statale, come promesso – lo porteranno a compiere, in maniera inconsapevole, una ricarica direttamente sulla carta del truffatore.
La Polizia Postale mette in guardia le categorie potenziali vittime della truffa: "La comunicazione relativa ad assegni da riscuotere avviene formalmente a cura degli enti che li hanno emessi, seguendo i canali ufficiali quali bonifici o riscossione presso sportello previo avviso postale".
In nessuna circostanza, quindi, i beneficiari di un eventuale rimborso o finanziamento potranno essere contattati telefonicamente.
Di conseguenza, il consiglio è quello di stare in guardia e, in caso di chiamate sospette, allertare tempestivamente le forze dell’ordine.
Finora, nella sola provincia di Isernia, sono state almeno una decina le denunce pervenute alla Polizia Postale.