Come e dove è stato trovato Sacha Chang: i cacciatori hanno aiutato i carabinieri a catturarlo
Sacha Chang, il ragazzo olandese di 21 anni sospettato di avere ucciso a coltellate il padre e un amico di famiglia a Montaldo Mondovì (Cuneo), è stato catturato questa mattina dai carabinieri coadiuvati da un gruppo di esperti cacciatori della zona. Il giovane si era dato alla fuga nei boschi della Val Corsaglia subito dopo il duplice delitto e le ricerche erano scattate due giorni fa, mercoledì 16 agosto. Chang, indicato come una persona con problemi di carattere psichiatrico, avrebbe assassinato suo padre, Haring Chain Fa Chang, 65 anni, al culmine di una lite per poi scagliarsi contro l'amico di famiglia che li stava ospitando per una breve vacanza nella propria casa, il medico olandese Lambertus Ter Horst, 60 anni, conosciuto in paese come ‘Bert'.
Il presunto killer stato avvistato lungo un corso d'acqua, poi se ne erano perse le tracce. L'area interessata dalle ricerche non era molto vasta, ma impervia e coperta di una fitta vegetazione. I carabinieri, con l'assenso della magistratura, avevano diffuso la foto e una descrizione del fuggitivo. Le amministrazioni dei Comuni interessati avevano invitato la cittadinanza a usare prudenza e annullato gli eventi di piazza.
Ma come è stato catturato Sacha Chang? Oltre al lavoro delle forze dell'ordine è stato preziosissimo quello dei cacciatori della zona, profondi conoscitori del territorio fin negli anfratti più reconditi. È stato uno di loro a raccontare il momento in cui il ventunenne è stato ammanettato. L'uomo – Claudio Basso – insieme a due amici cacciatori e a tre carabinieri si era appostato nei pressi della cappella di San Bernardo di Torre Mondovì: "I carabinieri hanno fatto il giro da sopra e noi siamo stati sotto dove c’era il recinto. A un certo punto i carabinieri hanno detto ‘Sembra che ci sia qualcosa che si muove, state lì’. E infatti era proprio lì".
Sacha Chang era a pochi metri da loro, disteso su una panchina e completamente nudo, probabilmente stremato dopo quasi due giorni di fuga: "Non si muoveva praticamente più, non ha provato a reagire, muoveva appena appena solo una gamba, era stravolto", ha aggiunto il cacciatore. Poi sul posto è arrivata l’ambulanza, che ha portato il fuggiasco al pronto soccorso di Mondovì.
Emiliano Negro, presidente Federcaccia Mondovì, ha spiegato che ciascun cacciatore impegnato nelle ricerche era aiutato da un carabiniere: "Siamo partiti da un punto denominato ‘Ponte dell’asino’ e siamo arrivati fino a ridosso dell’abitato di Torre. L’ipotesi è che il fuggitivo non abbia fatto molti chilometri. Credo che con le scarpe da ginnastica che aveva sia stato nella zona".