Come degli omicidi irrisolti hanno cambiato il modo cui si vendono i farmaci: la storia del caso Tylenol
Stanley e Theresa Janus sono giovanissimi, lui ha 25 anni, lei 20. Sono sposati da soli tre mesi e sono ancora in quella fase di luna di miele in cui tutto va bene e sembra che andrà bene per sempre. Stanley ne è convinto, vive in America, a Chicago. La sua famiglia si è trasferita lì dalla Polonia apposta per questo, perché le cose andassero bene, per una vita migliore e… l’hanno trovata. Lavorano tutti: lui, i suoi fratelli, Adam e Joe, con cui ha un legame fortissimo.
Un martedì mattina, però, ricevono una notizia che spezza completamente l’equilibrio delle loro vite: Adam, uno dei fratelli, è morto di infarto. Stanley, Theresa e Joe vanno all’ospedale e vedono il corpo. Sono increduli, non riescono a far pace con l’idea che in quel martedì di settembre, tutto sia cambiato così tragicamente, dal nulla. Un’ora prima pensi al fatto che sei in ritardo a lavoro, un’ora dopo pensi a dove trovare le forze per organizzare il funerale di tuo fratello, 27enne, sanissimo, morto di infarto. Si spostano a casa di Adam e c’è anche Monica, la figlia di Joe. Ha 8 anni e quella di suo zio è probabilmente una delle sue prime esperienze con la morte.
Ora però l’importante è restare uniti, no? Provare a fare chiarezza. Se solo non fosse per il mal di testa. Un fortissimo mal di testa che è scoppiato a Stanley e Theresa, che si mettono a cercare dei farmaci. Sul tavolo c’è una confezione di Tylenol, del comunissimo paracetamolo, e la coppia prende due capsule a testa per calmare il dolore. Non è il momento per farsi prendere dal panico, per abbandonarsi a pianti infiniti – c’è anche Monica con loro, ha solo 8 anni. Ora l’importante è farsi coraggio.
Solo che poi Stanley comincia a sentirsi male. Cade a terra, è in preda agli spasmi, dalla bocca gli esce una sostanza bianca e schiumosa. Tutti si precipitano su di lui, chiamano l’ambulanza, cercano di tenerlo fermo, di pulirlo. Poi Joe sente un peso sulla schiena. È Theresa che si sta appoggiando a lui. Fino a che non cade anche lei, a peso morto. Come il marito, ha degli incontrollabili spasmi. Di lì a poco moriranno entrambi.
Il loro funerale si svolge nella stessa chiesa dove, tre mesi prima, si erano sposati. Dopo Theresa e Stanley, in città, moriranno anche tre giovani donne e una bambina di 12 anni.
Questa è la storia di una serie di misteriosi omicidi avvenuti a Chicago nel 1982 – omicidi rimasti ancora irrisolti, che hanno terrorizzato un’intera nazione, generato quasi una psicosi generale, che hanno ispirato altri killer e che, soprattutto, hanno cambiato per sempre il modo in cui vengono consumati i farmaci.
Morti sospette a Chicago
Chicago, 1982. All’infermiera Helen Jensens, sembra strano. Tre morti di fila, una dopo l’altra, c’è qualcosa che non va. Quante possibilità ci sono che tre giovani membri della stessa famiglia, nel giro di poche ore, muoiano tutti di infarto? No, ci deve essere una qualche causa comune. Allora va a casa di Adam Janus, dove sono avvenute le morti. E trova una confezione di Tylenol da cui mancano 6 capsule. Questa cosa la insospettisce ancora di più, al punto che cerca nella spazzatura. E lì trova la ricevuta di acquisto del Tylenol… la data è del 28 settembre. Quindi le capsule sono state assunte nello stesso giorno dei decessi.
Anni dopo Jensen racconterà alla CBS di essere tornata al pronto soccorso dell’ospedale dove lavorava all’epoca e dove sono state constatate le morti dei Janus, ma che nessuno, né medico legale né polizia, le aveva creduto. E che, anzi, le avevano “riso in faccia”. Ma Jensen ha voluto insistere.
Porta la confezione di Tylenol dall’investigatore Nick Pishos e gli spiega di essere convinta fosse correlata alle morti della famiglia Janus. Pishos, allora, chiama il dottor Donoghue, vice capo medico legale della contea di Cook. Mentre sono al telefono, Donoghue gli chiede di annusare le capsule. Pishos rimane un attimo di sasso, non capisce questa richiesta. Ma apre la confezione e la annusa. “Mandorle”, dice: “L’odore è come quello delle mandorle”.
L'odore di mandorle nella confezione di Tylenol: è cianuro
Il dottor Donoghue sa bene che a odorare di mandorle, in particolare di mandorle amare, è il cianuro. Quindi per lui la constatazione di Pishos è sufficiente per chiedere un ulteriore esame tossicologico sulle capsule. E, effettivamente, viene fuori che 4 delle 44 pillole rimanenti della confezione di Tylenol dei Janus, contengono quasi tre volte la quantità letale di cianuro. L’infermiera Helen Jensen ha fatto bene a insistere perché ora è chiaro che i tre membri della famiglia Janus siano stati avvelenati. E per quanto la loro sia una tragedia, rappresenta la chiave per scoprire che anche altre morti nell’area di Chicago sono causate dal cianuro.
Le indagini sui flaconi di Tylenol
Mary Kellerman ha 12 anni, quel martedì mattina si sta preparando per andare a scuola ma, in realtà, non si sente molto bene, le gira un po’ la testa. Lo dice ai suoi genitori e loro le consigliano di prendersi qualcosa, magari del Tylenol. Mary lo fa e poco dopo cade a terra, priva di sensi. Muore quello stesso giorno. Come lei e i Janus muoiono anche tre giovani donne che hanno tutte dai 21 ai 35 anni.
Come prima cosa gli investigatori mettono a confronto il flacone dei Janus con quello della famiglia di Mary Kellerman – e scoprono che provengono entrambi dallo stesso lotto, l’MC2880. Ciò significa che entrambi sono stati prodotti nello stesso stabilimento industriale. Le indagini si sarebbero potute limitare solo a quel lotto, se solo non si fossero analizzate le confezioni di Tylenol possedute dalle altre vittime. Perché si scopre che quelle, invece, provengono da lotti diversi.
Si dà il via a uno dei più grandi richiami farmaceutici di sempre. Si organizza una conferenza stampa in cui si raccomanda di non assumere Tylenol e intanto le strade di Chicago si riempiono di volanti della polizia che, a sirene spiegate, urlano attraverso i megafoni di non assumerlo, “Don’t take Tylenol”, “Non prendete il Tylenol”. Si faceva così, ancora non c'erano sono i social media o, comunque, modi facili per comunicare messaggi il più velocemente possibili a tutti sul momento.
Tutti usano il Tylenol, è uno di quei farmaci che non manca praticamente in nessuna casa. Per farvi capire: si stima che le confezioni in circolazione fossero 31 milioni, quindi la confusione è tanta. La Johnson&Johnson, la casa farmaceutica che produce il Tylenol, collabora fin da subito alle indagini. Distribuisce avvertimenti agli ospedali, interrompe la produzione, la pubblicità e si offre di scambiare tutte le capsule di Tylenol già acquistate con compresse solide – che sono molto più difficili da manomettere. Intanto le indagini vanno avanti e si arriva a un punto cruciale: le confezioni, appartenenti alle vittime, sono state fabbricate non solo in lotti diversi – ma in nazioni diverse. In Pennsylvania e in Texas. Quindi l’ipotesi della polizia è che qualcuno abbia acquistato più confezioni di Tylenol da negozi diversi nell’area di Chicago, le abbia personalmente manomesse con del cianuro e che alla fine sia tornato a riposizionarle sugli scaffali. Infatti, quando le confezioni verranno ritirate dai negozi e esaminate, si scoprirà che ce ne sono altre contaminate, che avrebbero molto probabilmente ucciso altre persone, distrutto altre famiglie.
Tre sospettati: c'è anche Unabomber
Vengono individuati tre sospettati. Il primo è James William Lewis, che aveva mandato una lettera anonima alla Johnson&Johnson chiedendo 1 milione di dollari per interrompere le contaminazioni e gli omicidi. Alla fine si scoprirà che non ha nulla a che vedere col caso – ma verrà comunque condannato a 10 anni per tentativo di estorsione.
Poi, il proprietario di un bar, Marty Sinclair, va dalla polizia perché ha dei sospetti su un suo cliente, Roger Arnold – che, a quanto dichiara, avrebbe perso un po’ la testa da quando il suo matrimonio è finito. Ma non solo: mentre era al bar, avrebbe parlato di uccidere con una polvere bianca. La polizia indaga, ma non trova molto contro di lui. Però, intanto, l’anno dopo Arnold sparerà a un uomo mentre esce dal bar, un padre di tre bambini, pensando fosse il proprietario, Sinclair.
Poi c’è un terzo uomo – Ted Kaczynski. Forse qualcuno di voi ha già capito chi è – per gli altri invece, vi dico: è probabile che lo conosciate con un altro nome. Unabomber – l’uomo che per quasi 18 anni ha spedito in giro per gli Stati Uniti dei pacchi bomba.
Nel 2011, due anni dopo che l’indagine per gli omicidi del Tylenol viene rinnovata, l’FBI chiede un campione di DNA di Kaczynski. I sospetti derivano dal fatto che i primi quattro pacchi esplosivi preparati dall’uomo erano stati spediti proprio a Chicago tra il ‘78 e l’ ‘80 – e non solo, nel 1982, anno in cui avvengono gli omicidi del Tylenol, Kaczynski stava spesso a casa dei suoi genitori nell’area di Chicago, a 20 minuti dall’area in cui le capsule compromesse sono state vendute. Ma, anche in questo caso, si rivelerà un vicolo cieco – nonostante sia una teoria che affascina molti, in rete.
Gli omicidi del Tylenol restano, ancora oggi, uno dei casi più misteriosi nella storia degli Stati Uniti. E come se non bastasse, da lì a qualche anno, saranno in tanti ad imitare questo caso. Verranno contaminati col cianuro altri medicinali, portando alla morte di almeno 8 persone – in anni diversi e Paesi diversi, ma sempre in America.
I nuovi imballaggi e il sigillo di garanzia sui farmaci
Negli Stati Uniti gli omicidi del Tylenol hanno letteralmente cambiato il modo in cui le persone, ogni giorno, consumano farmaci – e non solo. Viene introdotto, per la prima volta, il sigillo di garanzia e, quindi, un imballaggio a prova di manomissione. Oggi è più facile, se non ovvio, accorgersi di aprire una confezione di farmaci che è già stata aperta. Il tappo non fa resistenza, ad esempio – o, banalmente, non c’è alcuna pellicola che sigilli l’apertura. E questi nuovi imballaggi vengono sviluppati tanto dalle farmaceutiche quanto dalle industrie che producono alimenti e prodotti di consumo. Non solo: viene cambiata la legge: dopo gli omicidi, manomettere un prodotto diventa crimine federale. E quando una di quegli imitatori di cui vi accennavo prima manometterà dell’Excedrin per uccidere il marito e una donna, verrà condannata a 90 anni di carcere.
Puoi trovare questa puntata del vodcast “ULTRASTORIE” sulle principali piattaforme di streaming.