Come acquistare una casa a 1 euro a Penne: così si ripopola uno dei borghi più belli d’Italia

Case a un prezzo simbolico di un euro nel borgo storico di Penne, in provincia di Pescara. Dal 2012 il comune che conta 11mila abitanti fa parte dell'associazione "Borghi più belli d'Italia" e da anni, come molti piccoli centri storici del nostro Paese, fa i conti con lo spopolamento che ha minacciato la bellezza e l'integrità di molte case rimaste vuote. Così dal 2022, la giunta comunale ha lanciato un'iniziativa per la cessione di case abbandonate al prezzo simbolico di un euro.
"Inizialmente avevamo poca richiesta – ha ricordato in un'intervista a Fanpage.it l'assessore all'urbanistica Antonio Baldacchini – ma abbiamo posto una prima pietra. Puntavamo e puntiamo ancora oggi al ripopolamento e alla riqualificazione del nostro bellissimo centro storico, per cui non ci siamo fermati. Oggi possiamo contare molte più richieste, diverse dall'estero e alcune dall'Italia. Ovviamente abbiamo formulato delle linee guida per chi vuole fare domanda e il prezzo di un euro è del tutto simbolico".
L'assessore, infatti, ha spiegato che il prezzo di un euro può essere mantenuto solo per le dimore che vessano in uno stato di totale inabitabilità, inagibilità e assenza di servizi igienico-sanitari. Tra le case messe a disposizione per l'iniziativa vi sono però anche quelle che necessitano di una quantità minore di lavori: in quel caso il prezzo, per quanto spesso irrisorio per l'acquisto di un'abitazione, non è ovviamente pari a un solo euro.

Le linee guida per l'acquisto di una casa nel centro storico
Per l'acquisto di una casa nel centro storico di Penne sono state formulate delle linee guida disponibili sul sito ufficiale del Comune. È prevista una graduatoria per l'acquisto di una singola abitazione e le valutazioni sono effettuate in base a requisiti che fanno guadagnare punti.
Chi acquista, infatti, si impegna a ristrutturare gli immobili entro tre anni. Chi però presenta un progetto di lavori il cui termine è inferiore ai tre anni, guadagna più punti in graduatoria. Lo stesso avviene per chi sceglie Penne come comune nel quale trasferirsi in pianta stabile: chi rende l'abitazione acquisita con questo progetto la sua prima casa, guadagna 5 punti in graduatoria. Chi invece vuole destinarla a seconda dimora porta a casa solo un punto.
"Tutto questo proprio perché il nostro scopo è culturale, vogliamo riqualificare il centro storico e popolarlo di nuovo. Penne è dotata di tanti servizi tra cui scuole e un ospedale. Ci sono due grosse aziende che si occupano di sartoria ed è situata poco lontano dall'aeroporto. Ha tutto il potenziale per essere un borgo attivo e pieno di gente" ha continuato l'assessore Baldacchini.
L'utilizzo di maestranze locali per la ristrutturazione, poi, è un altro requisito che fa schizzare l'eventuale acquirente in cima alla graduatoria. "All'inizio non è stato semplice – spiega ancora Baldacchini -. Alcune persone hanno pensato che si trattasse di un'operazione immobiliare a un euro invece il nostro intento è principalmente culturale. Ovviamente con il passare del tempo e l'aumento delle richieste ci siamo resi conto che abbiamo anche bisogno di assistenza per coloro che fanno domanda dall'estero e abbiamo pensato di fare una manifestazione di interesse per una Startup. Alla prima chiamata non ha risposto nessuno, ora invece abbiamo trovato un'azienda di giovani architetti e ingegneri che seguirà tutti coloro che sono interessati a prendere una casa qui".
L'umore degli abitanti
Inizialmente, come spiegano l'assessore all'urbanistica e il sindaco del Comune, Gilberto Petrucci, gli abitanti si sono mostrati un po' scettici sul progetto di "Case a un euro". "Con il passare del tempo però hanno compreso l'iniziativa e ora sono entusiasti" assicura Baldacchini. "Hanno capito che il prezzo di un euro è simbolico e che non vuol dire che tutte le case vengono svendute. Ci sono anche case con prezzi di 20mila euro, 30mila euro, dipende dalle condizioni in cui si presentano al momento dell'acquisto e al valore. Devo dire che adesso tutti sono molto contenti all'idea che questo bellissimo centro storico possa ripopolarsi".
Alcune persone si sono già trasferite nelle loro nuove abitazioni: tanti gli stranieri che hanno scelto Penne come loro prima casa e molti anche coloro che hanno deciso di stabilirsi qui solo per qualche mese all'anno. "In tanti vivono a Penne ormai in pianta stabile – ha sottolineato il sindaco Petrucci -. Ci sono famiglie inglesi che hanno iscritto i loro figli nelle nostre scuole e che abitano il nostro borgo ormai quotidianamente. Ci sono anche tanti pensionati che trovano in Penne il luogo bello, fornito e tranquillo nel quale abitare. Se devo tirare le somme, abbiamo ricevuto molte più richieste dall'estero che dall'Italia, forse complice anche la ‘pubblicità' fatta dall'articolo della Cnn diffuso in tutto il mondo. Mi viene da pensare che gli italiani non amino vivere nei borghi e questo suscita in me una serie di domande alle quali non è semplice rispondere".
L'articolo della Cnn e le richieste da tutto il mondo
Dopo la pubblicazione di un articolo dalla Cnn che ha parlato dell'iniziativa "Case a un euro", c'è stato il boom di richieste dall'estero. Così la giunta comunale ha dato il via al censimento di tutto il centro storico e alla raccolta di adesioni da parte di proprietari di abitazioni ormai abbandonate che vogliano cedere l'immobile. Per presentare nuovamente il progetto (anche in lingua inglese), si terrà una conferenza il prossimo 11 aprile a Penne.
"Dall'estero le domande sono state molte e l'identikit di chi sceglie il nostro comune come casa è molto vario: passiamo dai pensionati, che sono una buona maggioranza, ai liberi professionisti che lavorano da remoto e che, pur girando il mondo, hanno scelto il nostro comune come dimora – sottolinea il sindaco -. Ci sono anche famiglie che lavorano e che si sono innamorate di Penne facendone di fatto la loro unica casa". "Sono perfino arrivato a pensare che forse dovremmo cambiare la toponomastica e scriverla anche in inglese" ha scherzato Petrucci.
"Le richieste dall'Italia sono di meno, ma qui bisognerebbe fermarsi a valutare perché i nostri connazionali non vogliano vivere nei borghi storici che invece sono una nostra grande ricchezza. Mi sono posto delle domande più in generale, ma forse dovrebbe rispondere il governo per poi formulare delle politiche attive".