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Coltivare cannabis per uso personale è un reato: la conferma della Cassazione

E’ legittimo il sistema sanzionatorio relativo alla coltivazione di cannabis per uso personale. Lo ha deciso la Corte costituzionale, che ha dichiarato “non fondata” la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Brescia.
A cura di Biagio Chiariello
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“È legittimo punire la coltivazione della cannabis a uso personale”. Così si è pronunciata la Corte Costituzionale, dichiarando dunque non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di Appello di Brescia sul trattamento sanzionatorio della coltivazione di piante di cannabis per uso personale. La decisione, destinata probabilmente a fare da giurisprudenza in materia, si riferisce in particolare alle disposizioni contenute nell'articolo 75 del dpr 309/1990 – il testo unico sulle droghe – nella parte in cui "escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la condotta di coltivazione di piante di cannabis", in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e di offensività, previsti dagli articoli 3, 13, 25, e 27 della Costituzione.

"L' augurio è duplice – aveva detto Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, a margine della sentenza – da una parte ci auguriamo che la Corte Costituzionale chiarisca che la coltivazione per uso personale non solo non accresce lo stupefacente presente sul mercato, ma anzi che rappresenti un antidoto contro le mafie. Dall'altra, che una sentenza positiva dia la spinta al legislatore affinchè su questi temi ci sia un cambio di politiche radicale che vada incontro alla depenalizzazione dell'utilizzo di droghe e alla decriminalizzazione dei consumatori".

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