Colpo di scena nel caso Cucchi: la perizia è sbagliata
Ennesimo colpo di scena nel caso Cucchi. L’esclusiva è del Messaggero, e sembra essere una novità che molto probabilmente è destinata a sconvolgere in maniera decisiva il corso del processo per la morte del trentunenne romano, deceduto il 22 ottobre 2009 mentre si trovava nel reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Si parla di un «documento ufficiale» che dimostra come ci sarebbe stato un errore nella perizia: le due fratture presenti sul corpo di Stefano, una risalente al 2003 e una assai più recente, risalente al 16 ottobre 2009, giorno dopo il fermo, siano state confuse e analizzate come fossero la stessa. «È un’ulteriore prova che il pestaggio c’è stato eccome» è il primo commento dell’avvocato Fabio Anselmo, legale dei Cucchi.
I consulenti della Procura di Roma avevano riscontrato una sola frattura, quella del 2003 appunto. Nelle loro carte si parla di un trauma «da caduta». Una prova che indurrebbe a credere che sul corpo di Cucchi non ci sarebbe stata violenza. Ma le nuove radiografie non lasciano spazio al caso, secondo quanto riportato sul Messaggero:
La nuova lesione che viene evidenziata dalle lastre ora a disposizione degli esperti incaricati dalla Procura, si trova alla stessa altezza della colonna (L3) ma sul lato opposto della frattura sulla quale finora i periti si sono dati battaglia. E’ molto più recente dell’altra che è datata 13 novembre 2003 provocata da una rovinosa caduta del giovane geometra. Sebbene le cause della morte di Stefano siano state individuate in un’altra, ben più grave frattura al bacino, la datazione della seconda lesione che emerge da quelle lastre, allontana ancora di più le posizioni di accusa e difesa.
Insomma, una frattura recente. Causata non da una caduta, bensì da un trauma diretto. Da violenze, cioè.