Colpito da fulmine sul Gran Sasso, Simone racconta la sua storia da sopravvissuto: “Mi chiamano Flash”
Secondo il National Weather Service degli Stati Uniti, le probabilità di essere colpiti da un fulmine sono circa una su 10mila. Simone Toni, 28enne di Tivoli in provincia di Roma, ha avuto la sfortuna di rientrare proprio tra queste: lo scorso 27 agosto infatti, durante un escursione sul Gran Sasso in Abruzzo, una scarica elettrica venuta giù dal cielo lo ha centrato, colpendolo alla testa, davanti a due amici.
“Abbiamo visto una luce intensa, il fulmine ci ha sbalzato, non ci sentivamo le gambe. Ma quello che stava peggio era Simone, era svenuto, sembrava morto”, hanno raccontato i due compagni di escursione di Simone: quest'ultimo infatti è sopravvissuto per miracolo e si è svegliato dal coma due giorni dopo all'ospedale de L'Aquila.
“Non ricordo niente – ha invece raccontato il 27enne poco dopo essersi svegliato dal coma – all’inizio mi hanno detto che ero caduto. Dopo essere stato colpito, ho avuto due arresti cardiaci, e i medici non volevano che me ne prendesse un terzo. Una settimana dopo ho saputo la verità”.
Il ragazzo era rimasto in rianimazione fino al 20 settembre, per poi essere dimesso pochi giorni dopo. A distanza di due mesi e mezzo dall'incidente, è tornato a parlare della sua esperienza.
Il fulmine che lo ha colpito era stato attirato dalla catenina che aveva al collo: “La catena si è bruciata, mentre il crocifisso mi ha lasciato uno sfogo, una bruciatura – ha detto Toni – ho una parte del fegato lesionata, ma dovrebbe rimettersi con gli anni. Ho avuto due arresti cardiaci e un collasso polmonare. Mi hanno anche intubato, perché ho avuto un distaccamento del tessuto della trachea”.
Simone al momento non riesce a camminare: non ha ancora recuperato la sensibilità di un piede, ma la situazione – stando a quanto riferito dai medici – dovrebbe migliorare nelle prossime settimane. “Adesso i miei amici mi chiamano ‘Flash' (come il noto supereroe della DC Comics N.d.R.)", ha raccontato ancora il 28enne.
Nonostante la terribile esperienza vissuta e le difficoltà della convalescenza a seguito dell'incidente, Simone non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua passione per le escursioni: "Voglio assolutamente tornare su quella montagna e guardare il cielo", è l'obiettivo del giovane, che intende tornare sul luogo dell'incidente non appena le sue condizioni di salute gli permetteranno.
“Era la prima volta che venivo sul Gran Sasso. Non permetterò che un incidente del genere possa fermarmi, se ci si ferma non si vive più“, aveva già raccontato il ragazzo al Messaggero, nei giorni successivi al rilascio dall'ospedale dell'Aquila.