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Picchiato e deriso, la madre del 15enne suicida a Senigallia: “L’hanno voluto distruggere”

L’adolescente si è tolto la vita utilizzando la pistola d’ordinanza del padre, vigile urbano nella città marchigiana; la Procura di Ancona ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio.
A cura di Davide Falcioni
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Sfottuto per il suo cognome, colpito ai genitali e in altre parti del corpo, continuamente deriso: sono solo alcuni degli atti di bullismo che degli studenti dell'Istituto di istruzione superiore Alfredo Panzini di Senigallia avrebbero messo in atto nei confronti di L.C., il 15enne che ieri mattina è stato trovato morto in un casolare della frazione di Montignano. L'adolescente si è tolto la vita utilizzando la pistola d'ordinanza del padre, vigile urbano nella città marchigiana; la Procura di Ancona ha aperto un'inchiesta per istigazione al suicidio e nel mirino degli inquirenti sarebbero finiti in particolare due compagni di classe della vittima.

Sulla vicenda pesa come un macigno l'ipotesi che il giovane sia stato costretto a subire violenze sia fisiche che verbali, prevaricazioni che avevano finito per ferire profondamente il suo animo sensibile ed introverso. Dopo essersi iscritto ad una scuola tecnica a settembre era passato all’Istituto di istruzione superiore Alfredo Panzini di Senigallia. "Lo scorso anno scolastico lo studente aveva frequentato l’indirizzo informatico dell’IIS Corinaldesi Padovano, dove era stato promosso a giugno e durante l’anno era ben inserito nella classe dove aveva anche alcuni amici stretti. Tuttavia al termine della scuola aveva deciso di cambiare Istituto e si era ri- orientato presso l’IIS Panzini, poiché aveva scoperto che le discipline scientifiche e tecniche dell’indirizzo informatico non rientravano nelle sue passioni e nei suoi interessi", ha scritto in una nota il Corinaldesi-Padovano, mentre Alessandro Impoco, dirigente dell’Istituto Panzini, ha dichiarato: "È venuto a scuola poco, non abbiamo avuto segnalazioni riguardo ad atti di bullismo".

I genitori non hanno fatto in tempo a sporgere denuncia

A quanto pare, però, L.C. aveva ripetutamente subito bullismo da alcuni suoi compagni di classe e di recente ne aveva parlato anche con la madre, separata dal padre e residente in un'altra città. L’avvocata della famiglia, Pia Perricci, ha spiegato: "Uscivano per andare a fare delle passeggiate, non lo lasciavano mai solo. Stamattina (ieri ndr), è circolata una voce secondo cui il 15enne e il papà avessero litigato. Falsa, non hanno mai litigato. È stato il bullismo. Abbiamo presentato una denuncia alle tre di questa notte. I genitori sapevano di quello stato di malessere del figlio. Non hanno fatto a tempo a fare denuncia prima”.

La mamma: "Hanno voluto distruggere mio figlio. Perché?"

Uno degli ultimi episodi di bullismo è stato raccontato proprio dalla legale della famiglia. La scorsa settimana il 15enne è tornato da scuola e ha spiegato alla mamma aver cercato di aver fatto pace coi prepotenti compagni di classe, ai quali aveva offerto la mano con queste parole: "Adesso basta, smettetela. E diventiamo amici". Il giorno dopo però gli abusi sono ripresi. "E semmai ancora più insopportabili" racconta l’avvocata Perricci. E la mamma, sconvolta dal dolore, ora si domanda: "Perché hanno voluto distruggere mio figlio?".

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