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Colpisce il fidanzato con la spazzola durante lite, per la Cassazione è arma impropria: va a processo

La Cassazione ha ribadito che un oggetto potenzialmente innocuo, se usato per offendere, costituisce circostanza aggravante del reato di lesioni e dunque si può procedere d’ufficio anche senza la denuncia di parte.
A cura di Antonio Palma
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Una ragazza molisana andrà a processo con l'accusa di lesioni personali aggravate dall'uso di un'arma impropria perché ha colpito il fidanzato con una spazzola per capelli ferendolo al sopracciglio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del procuratore generale di Campobasso contro una precedente decisione del tribunale di Isernia che aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti della donna indagata.

I fatti contestati all'imputata risalgono infatti a tre anni fa quando la donna, durante una lite in casa con il fidanzato, lo aveva colpito in testa con una spazzola per capelli che aveva in mano procurandogli una ferita lacero-contusa sul sopracciglio sinistro. Da qui è partita una lunga vicenda giudiziaria che ancora non arriva a conclusone. Il ragazzo, infatti, pur raccontando l'accaduto durante la medicazione in ospedale, non aveva sporto denuncia.

Secondo la Procura, però, l'uso di quella spazzola rappresentava un'arma, anche se impropria, e quindi nei confronti della donna si poteva procedere d'ufficio. Il Tribunale di Isernia però aveva rigettato questa tesi, dichiarando il non doversi procedere nei confronti della donna per il reato di lesioni, escludendo l'aggravante dell'uso di armi.

La procura però ha fatto ricorso e i giudici della quinta sezione penale della Suprema Corte gli hanno dato ragione. "In tema di lesioni personali volontarie ricorre la circostanza aggravante dell'uso di uno strumento atto ad offendere laddove la condotta lesiva sia in concreto realizzata adoperando qualsiasi oggetto, anche di uso comune e privo di apparente idoneità all'offesa"  hanno spiegato i giudici.

Quindi "la motivazione della sentenza è affetta da violazione di legge, perché, pur dando atto della deposizione della persona offesa, che ha riferito di essere stata colpita ‘con una spazzola che l'imputata aveva in mano durante la lite', con le conseguenti lesioni contestate nell'imputazione, costituite da ferita lacero-contusa alla regione sopraccigliare sinistra, ha affermato che tale oggetto non rientrerebbe tra quelli elencati nell'articolo 585 del codice penale" si legge nel verdetto della Suprema Corte.

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