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Coi peluche mima gli abusi sessuali subiti in casa, minorenne disabile fa arrestare il padre a Bologna

Nei confronti dell’uomo di 62 anni il Gip di Bologna ha emesso un provvedimento di custodia cautelare per il reato di violenza sessuale aggravata e continuata. Arrestato dai carabinieri, si trova ora in carcere.
A cura di Antonio Palma
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Un uomo di 62 anni è stato arrestato dai carabinieri a Bologna con la pesantissima accusa di violenza sessuale nei confronti della figlia, una ragazzina minorenne disabile. A far scattare le indagini e le successive manette per l’uomo, la segnalazione dei servizi sociali che già si occupavano della minore. Sono stati loro infatti ad accorgersi che la ragazzina mimava con i suoi peluche gli abusi sessuali che avrebbe subito in casa.

Dopo l’allontanamento dalla casa paterna, disposto dagli assistenti sociali, i gesti della ragazzina infatti sono stati oggetto di una rapida indagine che ha portato il gip del Tribunale di Bologna a emettere un provvedimento di custodia cautelare per il genitore, così come richiesto dalla locale Procura della Repubblica. Il 62enne è stato prelevato dai carabinieri lo scorso 30 settembre e condotto in carcere in attesa degli sviluppi giudiziari del caso.

Secondo quanto ricostruito finora, l’allarme era partito alcuni giorni prima quando gli addetti dei servizi sociali si sono accorti che la minorenne disabile cercava di comunicare con loro attraverso i peluche. Gli assistenti sociali avevano già posto attenzione sul suo caso perché si erano accorti che la ragazzina viveva in un contesto di degrado, da sola col genitore, dopo la morte della madre.

Approfondendo i suoi segnali, gli assistenti sociali hanno capito che la minore cercava di comunicare loro quello che le stava capitando tra le mura domestiche. In particolare avrebbe mimato l'abuso con dei peluche che aveva in camera, facendo intendere che uno dei due pupazzi di pezza era proprio il padre.

A seguito della segnalazione, la giovane era stata subito allontanata dal padre e portata d’urgenza in una struttura protetta. Le successive indagini hanno portato i pm a ritenere credibili i messaggi della minore e a chiedere per il padre il carcere. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare, infatti, la minore  "utilizza un linguaggio semplice ma chiaro tanto da poter escludere fraintendimenti interpretativi dei gesti posti in essere dal padre nei suoi confronti". Le accuse per il padre sono di violenza sessuale aggravata e continuata.

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