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Il delitto di Cogne

Cogne, la Franzoni accusò il vicino dell’omicidio del figlio: reato prescritto

La donna, che sta scontando 16 anni di carcere per l’omicidio del piccolo Samuele, non potrà essere perseguita per calunnia.
A cura di B. C.
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Annamaria Franzoni non può essere perseguita per calunnia nell'ambito del processo Cogne Bis. La decisione è stata presa dalla Corte d'Appello di Torino nell'ambito del procedimento parallelo a quello dell'omicidio del piccolo Samuele, legato a un tentativo di inquinare le indagini. La donna, infatti, nel 2004 accusò un vicino di casa, Ulisse Guichardaz, della morte del figlio. Quell'accusa di calunnia le costò in primo grado una condanna a un anno e quattro mesi. Ora però il reato risulta caduto in prescrizione. La Corte d'Appello di Torino ha dichiarato non perseguibile, sempre per l'avvenuta prescrizione, Eric Durst, consulente della difesa nel processo Cogne accusato di avere falsificato le prove nel corso del procedimento. I magistrati hanno disposto il rinvio degli atti alla procura per un altro consulente della difesa, Enrico Manfredi, adducendo che l’archiviazione disposta nei suoi confronti è stata errata. Anche nei suoi confronti, in ogni caso, sono scaduti i termini per la prescrizione dell’eventuale reato. La Franzoni, che sta scontando 16 anni di carcere per l'omicidio del figlio, ora spera di ottenere la detenzione domiciliare dopo essere stata ammessa a un lavoro esterno in una coop sociale. Oggi non era presente in aula.

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