Cogne, 65enne violentato da coppia di inquilini: “Facciamo il bunga bunga, facci divertire”
"Spogliati subito che oggi facciamo il bunga bunga. E mi devi far divertire", "Adesso diventiamo cattivi, così fai felice mio marito". Queste sarebbero soltanto alcune delle frasi che l'uomo di 57 e la moglie di 64 anni accusati di aver violentato più volte un 65enne di Cogne (Valle d'Aosta) avrebbero rivolto alla loro vittima.
L'ultimo episodio risalirebbe allo scorso 18 dicembre, come si legge sul Corriere Torino, anche questo ripreso dalle telecamere posizionate all'interno di un appartamento che la coppia, originaria di Caltanissetta, aveva preso in affitto a giugno e dove si sarebbero consumate le violenze.
Gli abusi sull'uomo, il proprietario della casa, sarebbero durati mesi, accompagnati anche dalla minaccia di raccontare tutto in giro. Il 26 marzo i due sono stati arrestati dai carabinieri di Cogne su disposizione del giudice per le indagini preliminari di Aosta Davide Palladino e rinchiusi nel carcere di Brissogne con l’accusa di aver violentato e minacciato il 65enne.
La coppia, difesa dall’avvocato Massimiliano Bellini, chiederà al tribunale del Riesame la conversione della misura cautelare negli arresti domiciliari da scontare a Caltanissetta. La decisione è attesa per il 4 aprile. "Abbiamo già prodotto tutti gli atti", ha spiegato il legale.
Il gip di Aosta: "Violenze raccapriccianti"
Nell’ordinanza firmata dal gip Palladino sono riportati i dettagli delle "raccapriccianti violenze subite" dall'uomo, che sono state riprese dal circuito di videosorveglianza dell’abitazione. Il caso è venuto alla luce perché la vittima il 21 febbraio scorso ha denunciato tutto ai carabinieri di Cogne e i video sono stati acquisiti dai militari.
Nelle immagini si vede il 57enne costringere "in un angolo la vittima – si legge negli atti – che piange e lo implora di non fargli del male" e lo obbliga "a subire un rapporto sessuale". I filmati mostrano decine di violenze, pratiche di coercizione, giochi psicologici per soggiogare il padrone di casa, considerato un ‘uomo mite‘.
Anche la moglie dell’uomo, secondo i pubblici ministeri, avrebbe partecipato attivamente alle violenze e assistito ai rapporti imposti al padrone di casa. Per evitare che la vittima li denunciasse i due lo minacciavano di raccontare tutto alla figlia dell'uomo: "Vuoi che racconti che cosa fa papino?".