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Cocaina a Padova, il giudice ordina: “Restituite quei 10mila euro ai pusher”

“Non ci sono prove certe che quei soldi siano frutto di spaccio”. E così arriva una sentenza destinata a far discutere. I cinque spacciatori non hanno fatto nemmeno un giorno di carcere, hanno avuto solo una denuncia.
A cura di Giorgio Scura
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Non ci sono prove certe che quei soldi li avessero guadagnati spacciando, così vanno restituiti ai "legittimi" proprietari. È una sentenza destinata a far discutere quella del tribunale del riesame di Padova in favore di cinque pusher tunisini fermati con 90 grammi di cocaina e  più di 10mila euro in contanti. La polizia locale dovrà quindi far riavere il denaro ai fermati che non sono nemmeno finiti in carcere. Il sostituto procuratore Giorgio Falcone (lo stesso del caso di Isabella Noventa) non ha convalidato l'arresto proposto dalla polizia locale, lasciandoli liberi con solo la denuncia per spaccio. Ne dà notizia il Mattino di Padova.

L'operazione risale al 18 febbraio scorso quando gli uomini della polizia locale padovana, agli ordini del comandante Antonio Paolocci, avevano trovato 75 grammi di cocaina e alcuni bilancini in un casolare abbandonato in zona Arcella. Avevano quindi deciso di piazzare alcune telecamere che hanno permesso di ricostruire l'attività di spaccio. Durante la successiva irruzione, gli agenti avevano fermato un 21enne tunisino con addosso 7 dosi di cocaina e 3.500 euro in contanti. Subito dopo erano sono stati bloccati altri quattro uomini. In tutto erano stati sequestrati 10.300 mila euro in contanti (5.020 nascosti in una caffettiera) e 88 grammi di cocaina, per un valore che si aggira attorno ai 120mila euro. La notizia dell’obbligo della restituzione della somma sequestrata, non è stata presa bene dalla polizia municipale, ma così ha deciso la legge.

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