Cloe Bianco, centinaia di persone in piazza per ricordarla: “Donazzan dimettiti”
"Per ricordare Cloe Bianco e perché quanto è accaduto non abbia mai da ripetersi", spiega Rachele Scarpa, del Partito Democratico, "non possiamo fingere che non vi sia un clima di tensione politica: prima con gli applausi dei parlamentari di destra il giorno dell'affossamento del DDL Zan e oggi con le parole dell'assessore regionale Elena Donazzan che continua a definire uomo Cloe Bianco. Bisogna invertire la rotta".
A Treviso, sabato 18 giugno, è stato organizzato dalle associazioni impegnate nella lotta per i diritti civili e sociali, un momento di commemorazione per CLoe Bianco e denuncia per chiedere un cambio di passo politico e per ritornare a discutere della legge Zan.
"Non si tratta di responsabilità individuale", spiega Marco Zabai della comunità LGBTE di Treviso, "ma di una responsabilità collettiva. L'assessore regionale Elena Donazzan dovrebbe dimettersi subito per le dichiarazioni aberranti che fece quando Cloe Bianco divenne un'insegnante di ruolo e anche negli scorsi giorni dove non ha avuto nemmeno la pietà di astenersi da dichiarazioni forti di fronte ai tragici eventi che hanno coinvolto la vita di Cloe".
C'è anche "Non una di Meno" in piazza, per chiedere che diritti civili e diritti sociali siano punti all'agenda del governo: "Cloe ha fatto coming out lo stesso giorno in cui è diventata insegnante di ruolo, questo ci dimostra come sia fondamentale dare sicurezza al mondo del precariato. Diritti sociali e civili vanno di pari passo".
In piazza anche il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Treviso, Stefano Pelloni: "Scusaci Cloe se da quindici anni la nostra regione tollera un assessore regionale, Elena Donazzan, che non perde mai l'opportunità di palesare le sua idee contro l'accoglienza e a favore di ogni forma di discriminazione".
Anche gli studenti delle scuole superiori chiedono più attenzione e libertà d'espressione: "Le nostre scuole", spiega il coordinatore provinciale della Rete degli Studenti, Davide Gasparello, "devono essere luoghi di libertà in cui ciascuno di noi può sentirsi pienamente accolto".