Cambiamenti climatici

Clima, in Piemonte è un inverno con caldo da record: “Non si scia più senza neve artificiale”

In Piemonte il 22 e il 23 dicembre del 2023 sono stati i giorni di dicembre più caldi dal 1958, anno in cui sono iniziate le misurazioni. Pochissima neve in montagna e molte località hanno gli impianti chiusi. A Bardonecchia (TO) si scia ancora. La neve di novembre si è sciolta e la località sciistica, nella parte più bassa del comprensorio, è aperta esclusivamente grazie agli impianti di innevamento programmato.
A cura di Gianluca Orrù
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Un cannone sparaneve
Un cannone sparaneve
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Il 2023 è stato l'anno più caldo di sempre da quando le temperature vengono registrate, e il 2024 potrebbe superarlo. E sulle Alpi non solo i ghiacciai si restringono di anno in anno, ma la neve scompare per lunghi periodi. I cambiamenti climatici cambiano il mondo che ci circonda a vista d'occhio, e mettono in crisi il turismo invernale. In Piemonte questo dicembre è stato spesso impossibile sciare senza neve artificiale, nonostante siamo in alta stagione.

A segnalare i record di temperature maturati in questo dicembre 2023 è stata l'Arpa Piemonte, agenzia pubblica che si occupa di prevenzione, previsione e tutela ambientale. "Come possiamo osservare dai dati storici che vengono raccolti dal 1958 – spiega Roberto Cremonini di Arpa – la classifica dei primi cinque mesi di dicembre più caldi di sempre vede il dicembre 2023 al secondo posto, ma i primi cinque posti sono occupati tutti da anni che vanno dal 2014 ad oggi".

Roberto Cremonini, Arpa Piemonte
Roberto Cremonini, Arpa Piemonte

"Questa classifica – continua Cremonini – ci racconta come le temperature stiano aumentando molto rapidamente. La neve è confinata a quote sempre più elevate. Nevica poco e quando nevica… è pioggia".

Lo scenario a Bardonecchia è autunnale: gli alberi spogli, il cielo grigio, freddo. Niente neve, nè ai lati delle strade nè sulle montagne più prossime. Sono imbiancate solo le punte più alte. Le uniche zone bianche sono quelle intorno agli impianti sciistici, come quello di Campo Smith.

Dario, turista dalla Puglia
Dario, turista dalla Puglia

"Sono venuto qui con la famiglia dalla Puglia – racconta Dario, turista venuto qui con moglie e figlio piccolo – resteremo fino al due gennaio e poi torneremo giù. Certo sciare con tutto imbiancato è un'altra cosa, ma hanno fatto un buon lavoro con la neve artificiale".

Gente ce n'è, o almeno stando alla società che possiede gli impianti di Bardonecchia, la Colomion: "Siamo più o meno sugli stessi numeri dello scorso anno".

Francesco Belmondo, Direttore Tecnico degli impianti sciistici di Colomion Spa
Francesco Belmondo, Direttore Tecnico degli impianti sciistici di Colomion Spa

Anche i maestri di sci non lamentano una riduzione del lavoro, sebbene gli impianti siano "aperti al 60% e quindi forzatamente il servizio è ridotto a causa della mancanza di neve naturale – spiega Francesco Belmondo, direttore tecnico degli impianti di Colomion a Bardonecchia – in questo momento stiamo sciando nella parte degli impianti del comprensorio inferiore grazie alla neve artificiale".

Neve artificiale senza la quale non sarebbe possibile tenere aperti gli impianti. "L'innevamento programmato è sicuramente importante e necessario oggi. I dati scientifici ci dicono che bisogna investire negli impianti di innevamento programmato".

Laura Nalli, rappresentante dei Maestri di Sci di Bardonecchia
Laura Nalli, rappresentante dei Maestri di Sci di Bardonecchia

"Senza la neve artificiale non si scia più – dice Laura Nalli, rappresentante dei Maestri di Sci di Bardonecchia – o almeno non si scia in quelle piste dedicate ai più piccoli o a quelli che vogliono sciare in tranquillità. Perchè qualcosa a livello altissimo ancora c'è di neve naturale, però la parte artificiale è fondamentale. Ci vogliono più cannoni e più possibilità di sparare".

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