Clelia morta dopo essere precipitata nel vano ascensore: gli indagati salgono a 4, attesa per l’autopsia
Sono saliti a quattro gli indagati per la morte di Clelia Ditano, la 25enne di Fasano precipitata lunedì nel vano ascensore nella palazzina dove abitava insieme alla sua famiglia.
La procura di Brindisi, che ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, aveva già iscritto nel registro degli indagati l'amministratore di condominio, a cui si aggiungono altre nomi di persone presumibilmente coinvolte nelle attività di manutenzione e revisione dell'ascensore. Al momento si tratta di un atto dovuto per consentire l'eventuale nomina di consulenti di parte durante le perizie
Nelle prossime ore, infatti, oltre all'autopsia saranno anche svolti due accertamenti tecnici irripetibili: l'analisi del telefono della 25enne e la perizia sull'ascensore sequestrato a poche ore dalla morte della ragazza.
La salma della 25enne nelle scorse ore è stata trasferita al cimitero di Brindisi dove sarà svolto l'esame autoptico, forse già domani, e dopo si attenderà il nulla-osta del pubblico ministero, Livia Orlando, per i funerali, che verranno pagati da un ragazzo, Steven Parpanesi, che non conosceva Clelia la quale le ha però ricordato la sua defunta sorella.
Stando a quanto ricostruito finora, la giovane, dopo essere salita in casa per lasciare la borsa ed altri effetti personali, sarebbe dovuta scendere nuovamente al piano terra, ma è precipitata nel vuoto, in quanto la cabina dell'ascensore non era in quel momento presente al quarto piano come lei credeva, ma era ferma al primo piano, facendo un volo di circa 15 metri. A dare l'allarme sono stati i genitori che intorno alle 6 di mattina hanno tentato di chiamare la figlia, che non era in casa, e hanno sentito lo squillo del cellulare provenire dal vano ascensore.