Clelia Ditano precipitata nel vano ascensore a Fasano: indagato l’amministratore del condominio
C'è un primo indagato nell'inchiesta aperta dalla Procura di Brindisi sulla morte di Clelia Ditano, la 25enne deceduta la notte tra domenica 30 giugno e lunedì 1° luglio dopo una caduta di oltre 10 metri nel vano ascensore della palazzina dove abitava con i genitori in via Piave, a Fasano, nel Brindisino.
La notizia è riportata su alcuni quotidiani locali. Da quanto si apprende gli accertamenti tecnici disposti dall'autorità giudiziaria riguarderanno innanzitutto l'ascensore per verificare le cause del malfunzionamento e il possesso delle autorizzazioni, poi il telefonino della ragazza.
L'ipotesi di reato è quella di omicidio colposo. Secondo quanto scrive la Gazzetta del Mezzogiorno, in vista dell'autopsia che dovrebbe essere affidata nei prossimi giorni ai medici legali Stefano Duma e Domenico Urso, come atto dovuto è stato notificato un avviso di garanzia all'amministratore della palazzina di proprietà di Arca Nord Salento, difeso dall'avvocato Pasquale Di Natale. Le indagini sono condotte dalla pubblico ministero Livia Orlando.
Si è appreso anche che una parte delle spese per il funerale sarà pagata da un giovane di 26 anni, Steven Parpanesi, originario di Milano ma residente a Brindisi e titolare di un'attività di tatuatore a Mesagne. Il ragazzo ha spiegato che non conosceva Clelia Ditano ma che, dopo aver "letto la sua tragica storia", si è "molto immedesimato" perché anche lui ha "sofferto quattro anni fa la morte precoce" della sorella di appena 19 anni.
Intanto, si continua a indagare per ricostruire gli ultimi istanti di vita di Clelia Ditano che, dopo essere salita in casa per lasciare la borsa ed altri effetti personali, sarebbe dovuta scendere nuovamente al piano terra, ma è precipitata nel vuoto, in quanto la cabina dell'ascensore non era in quel momento presente al quarto piano come lei credeva.